Né resi né scorte in magazzino, un modo per risparmiare ed essere soddisfatti in ogni occasione. Amazon presenta Made for You, un servizio che crea vestiti su misura, attualmente attivo solo negli Stati Uniti. Scaricando l’applicazione, si inserisce nel format il proprio peso, l’altezza e due fotografie a misura intera (una davanti, una da dietro). Fatta questa operazione, un algoritmo creerà una specie di avatar del cliente in 3D, utile come modello per provare i capi che si vogliono comprare.
Amazon progetta di introdurre una grande varietà di capi d’abbigliamento e ampliare questo business nel mondo. Per questioni di privacy, ha anche assicurato che sarà possibile eliminare il proprio profilo in ogni momento e, ad ogni modo, le foto dell’utente verranno eliminate immediatamente dopo la creazione dell’avatar tridimensionale. Se il progetto non dovesse avere un lieto esito, Amazon avrà comunque qualcosa da guadagnare, avendo raccolto molti dati utili per migliorare la vestibilità dei marchi di moda.
Né la prima né l’ultima azienda
Amazon non è pioniere nel fare sperimentazioni con gli abiti su misura venduti online. Il sistema proposto offre sicuramente molti vantaggi, sia al produttore che al cliente: senza scorte si produce solo ciò che viene ordinato; inoltre, sviluppando un metodo di misurazione corretto, ci sono raramente pratiche di reso, che sono uno dei problemi più dispendiosi per le aziende che vendono online. Infine si evitano rincari e si mantengono i prezzi più bassi. Con l’imperversare della pandemia, questo mercato è diventato ancora più interessante: costretti a casa, con i negozi chiusi, le persone hanno aumentato il loro approccio alla spesa online. A questa considerazione si aggiunge anche una crisi ideologica dell’organizzazione per taglie: variano da paese a paese e anche da negozio a negozio, generando spesso confusione e imponendo – volenti o nolenti – un’idea prestabilita di corpo, contrariamente alla moda sartoriale, che invece si adatta ad ognuno.
I progetti Zozosuit e Zozomat
Uno degli esperimenti più celebri è Zozosuit, lanciata in Giappone nel 2017 dall’azienda Zozo e dall’anno successivo nel resto del mondo. Bastava indossare una tuta, questa calcolava le dimensioni esatte di chi la vestiva e a quel punto il cliente poteva acquistare i vestiti che desiderava sul sito di Zozo. L’esperimento fallì nell’aprile del 2019 a causa dei tempi di spedizione troppo lunghi, tuttavia l’azienda non si è arresa e a fine ottobre ha presentato la Zozosuit 2, una versione migliorata. L’azienda spera di metterla in commercio nel giro di un anno e che stavolta porti a casa i buoni risultati di Zozomat, un sistema di misurazione dei piedi per scarpe su misura.
Il 2020 del gruppo Levi’s
Si chiama Future Finish, un nuovo metodo che permette di personalizzare jeans standard con un software, utilizzando la tecnologia laser. Non riguarda però tanto la vestibilità quanto più strappi, scoloriture, ricami e dettagli particolari. Nel 2019 il gruppo H&M aveva lanciato un programma sperimentale di jeans customizzati. Era stato messo a punto, in 18 mesi, un algoritmo che permetteva di convertire la scansione del corpo del cliente in un modello cartaceo e in un elenco di misure, che sarebbero state usate per la produzione del capo. Fatto un sondaggio su 100 persone, 80 si erano dette soddisfatte del risultato.
Costanza Falco
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