Esporsi in pubblico, andare bene a scuola o negli esami universitari, presentare un progetto al proprio team di lavoro, partecipare ad una gara sportiva: ogni prova che ci si trova a fronteggiare nel corso della vita quotidiana, può scatenare la cosiddetta ansia da prestazione: uno stato emotivo che crea palpitazioni, sudori freddi, nodo allo stomaco, paura e panico. “L’ansia da prestazione può manifestarsi ogni volta che dobbiamo effettuare una qualche prestazione che immaginiamo ci possa mettere in difficoltà – spiega il dottor Gennaro Romagnoli, psicologo psicoterapeuta e amministratore di PsicologiaNeurolinguistica (PsiNeL), un blog di psicologia pratica e crescita personale – Ovviamente questo può dipendere da numerosi fattori, come il nostro grado di preparazione, la consapevolezza delle risorse che possediamo nei riguardi di quella prestazione, gli eventi del passato legati a quella specifica situazione come successi oppure insuccessi”. Quando è controllata e controllabile, l’ansia può avere anche dei risvolti positivi, consente infatti di attribuire una certa rilevanza ad un evento; qualora invece risulti ingestibile, l’ansia da prestazione può avere delle conseguenze negative sulla performance che si sta per compiere.
I sintomi: come si manifesta l’ansia da prestazione
“L’ansia si manifesta in generale con sensazioni che possono variare moltissimo da persona a persona, dalla confusione mentale fino ad una paralisi fisica che impedisce di effettuare la prestazione stessa – afferma il dottor Romagnoli – Solitamente i sintomi sono legati ad una iper valutazione del proprio stato fisiologico, come ad esempio un’estrema attenzione al proprio mondo interiore, al battito cardiaco e alla regolarità del respiro”. Questa preoccupazione si riflette nella percezione sempre più accentuata dei propri errori e difetti, e questo è un elemento che causa timori verso la performance e accresce la sensazione di essere incapace.
I rimedi: si può eliminare l’ansia da prestazione?
Per capire a fondo i meccanismi che si celano dietro ad uno stato d’ansia è fondamentale affidarsi ad una persona competente. Tuttavia è possibile adoperarsi per limitare questo stato emotivo, imparando a gestirlo. “La prima cosa da fare è sapere che l’ansia si nutre di tentate soluzioni che mettiamo in atto per evitare l’ansia stessa – dice l’esperto – Ad esempio: temo di partecipare ad una cena importante e come soluzione decido di non andare alla cena. Ma più evito le situazioni che mi fanno sentire in ansia e meno divento capace di affrontarla. Oltre all’evitamento, vi è anche una seconda soluzione che le persone ansiose mettono comunemente in atto, ovvero il tentativo di controllare: controllare gli stati interiori, controllare i pensieri, controllare e programmare gli spostamenti, controllare le reazioni delle persone accanto. La verità è che non possiamo controllare nessuna di queste cose. Il semplice fatto di sapere che più si cerca di controllare e più si entra in ansia, può costituire già un’ottima strategia per iniziare a gestirla meglio”.
Tecniche mentali per gestire l’ansia da prestazione
Innanzitutto, come detto, affidarsi ad uno specialista è fondamentale, inoltre è possibile imparare a gestire l’ansia anche attraverso alcune tecniche mentali; si tratta di esercizi che, come ad esempio la meditazione, vanno necessariamente coltivati al di fuori del momento di difficoltà. “Ad esempio, è inutile cercare di eseguire delle tecniche di meditazione se non siamo addestrati a farlo, anche se abbiamo capito perfettamente come funzionano – aggiunge il dottor Romagnoli – Se non ci siamo mai allenati in palestra a gestire quell’emozione, infatti, difficilmente ci riusciremo nella vita quotidiana”.
Se sono state studiate delle tecniche mentali specifiche, d’altro canto, per avere effetti proficui, devono essere coltivate sapientemente, sotto l’attenta osservazione di un coach o una guida di riferimento.
Costanza Falco
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