Uno dei pochi effetti collaterali positivi della quarantena riguarda l’ambiente. Infatti, da quando è iniziato il lockdown sono calati sensibilmente i livelli di inquinamento nell’aria in tutto il mondo. Il tutto complici le fabbriche ferme così come le auto. Il tema del green è sempre stato centrale negli ultimi anni e questa situazione potrebbe essere l’assist migliore per fare quel passo verso la tanto agognata sostenibilità ambientale. Per rendere il mondo in cui viviamo un posto più sano. Dalla Finlandia arriva uno studio che va esattamente in questa direzione. Aria più pulita grazie alla disposizione degli alberi. Nonostante il paese scandinavo sia uno di quelli con il minor numero di morti causati dall’inquinamento, poche centinaia all’anno. Numeri decisamente inferiori rispetto all’Italia, paese fra i primi posti in Europa per morti premature da esposizione alle polveri sottili Pm2.5. Qui secondo l’Oms, l’aria inquinata uccide ogni anno 80 mila persone.
Lo studio finlandese
L’indagine si chiama “Large-eddy simulation of the optimal street-tree layout for pedestrian-level aerosol particle concentrations – A case study from a city-boulevard”, recentemente pubblicato su Atmospheric Environment. Ma di cosa si tratta? Lo studio verte su come dovrebbero essere disposte le piante lungo le strade dei centri urbani, di quali alberi avremo bisogno in futuro e a che altezza dovranno arrivare. Il segreto? Sta nel variare. Altezze, specie, posizioni. Piantandoli con queste accortezze, gli alberi che costeggiano i viali trafficati delle città risultano davvero efficaci nel migliorare la qualità dell’aria altrimenti. Al contrario, in certi casi se mal posizionati possono addirittura peggiorarla.
Si tratta di un modello e di una analisi realizzati dai ricercatori dell’università di Helsinki e del Finnish Meteorological Institute. Il tutto per tentare di comprendere come andranno disegnate in futuro le nostre metropoli, attraverso una rete di alberi. Il tutto perché siano efficaci ad esempio nella lotta al particolato. Lo studio, a cui ha preso parte Leena Järvi dell’Institute for Atmospheric and Earth System Research (INAR) e dell’Helsinki Institute of Sustainability Science (HELSUS), rivela che l’aria più pulita la troviamo nei viali ombreggiati che hanno almeno tre file di alberi di altezza variabile e sono composte da piante differenti.
I risultati finali
Nel modello realizzato dai ricercatori in collaborazione con il comune di Helsinki gli esperti sono giunti a una conclusione. Una fila di tigli comuni più alti che separa ad esempio le due corsie della strada affiancati da due file di sorbi intermedi svedesi, è la disposizione ideale per aiutare i pedoni a respirare. “Con questo sistema l’aria era un quinto più pulita rispetto all’opzione meno favorevole che abbiamo analizzato. Ovvero quella con quattro file di alberi di uguale altezza”, spiega la ricercatrice Leena Järvi. La differenza nella qualità dell’aria fra un modello con alberi vari e di varie altezze e uno con alberi tutti uguali è “sorprendentemente marcata. Un’altra scoperta che può essere considerata una sorpresa è il fatto che le siepi alte un metro situate sotto la fila di alberi più vicina al ciglio della strada non hanno avuto alcun impatto pratico sulla qualità dell’aria lungo i marciapiedi”, spiega.
Inizialmente ad Helsinki si era pensato di non piantare alberi lungo le strade nuove e più trafficate perché questi avrebbero ridotto vento e circolazione dell’aria, senza garantire la rimozione di inquinanti legati al passaggio veicolare. Sebbene quella dell’assenza di alberi in determinate strade possa essere oggi una delle migliori opzioni. La nuova ricerca però suggerisce che “la vegetazione è necessaria, ad esempio, per garantire il benessere. Il che rende un’opzione senza alberi irrealistica per la pianificazione” e gli alberi lungo i viali, allo stesso tempo, contribuiscono ad “arginare la diffusione del particolato” nelle vie vicine.
Numeri confortanti
Utilizzando diversi modelli, e ipotizzando strade che variano da due a quattro file di alberi, grazie all’uso di super elaboratori, gli studiosi hanno così calcolato diverse opzioni su come e dove piantare. Alla fine, chiosano gli esperti, “con alberi di altezza uniforme su tre file, la concentrazione di piccole particelle di dimensioni inferiori a 10 micrometri è cresciuta dell’88%. E persino la concentrazione di particelle al di sotto di 2,5 micrometri è aumentata del 42% rispetto a una situazione completamente priva di alberi. L’opzione con tre file di alberi con diverse altezze invece, che è l’opzione migliore, fa aumentare la concentrazione di piccole particelle sotto i 10 micrometri del 75. Ma anche quella delle piccole particelle sotto 2,5 micrometri del 35%”.
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