L’arte diventa digitale. Vista la pandemia che ha tenuto chiusi musei, gallerie e in generale luoghi di cultura, si è reso necessario trovare un’alternativa alla classica visita fisica e per questo motivo i capolavori di ogni epoca hanno traslocato sul web. Una vera rivoluzione per il settore, finora abituato a esposizioni tradizionali e “in presenza”. Nessun collezionista in giro fra gli stand ma la possibilità di apprezzare, ad esempio, un murales nato a Palermo o un dipinto esposto a Londra standosene comodamente nel proprio salotto a Tokyo.
Un successo impronosticabile
La scommessa della macchina organizzativa alle spalle di Frieze, con le sue diverse edizioni di Londra e New York, oltre che magazine d’arte internazionale fin dagli anni ’90, ha dato ottimi frutti e confermato la rivoluzione. Niente sarà più come prima, sotto la spinta della pandemia che ha congelato viaggi, incontri, assembramenti? Da New York a Londra, da Milano, a Roma e Palermo, le opere in mostra traslocano su piattaforme digitali che fanno l’occhiolino ad un pubblico globale e sempre più vasto. La mattina stessa dell’inaugurazione dell’edizione di maggio 2020 di Frieze New York, fra le più rinomate fiere dell’arte a livello mondiale, un giovane Paperone si è aggiudicato un’opera dell’artista americano George Condo, ‘transandola’ per 2 milioni di dollari. Un inizio sorprendente per la fiera considerando che, prima volta nella storia, si è svolta interamente online e nessuno degli organizzatori immaginava come il pubblico dei collezionisti avrebbe reagito. Un successo davvero inaspettato, con un boom di log-in che ha portato velocemente al sold out costringendo gli organizzatori a limitare le iscrizioni. Un numero enorme di gente, da tutto il mondo, si è iscritto per navigare nelle viewing room, seguire i talk online e fare shopping, facendo registrare un alto numero di transazioni, dalle opere milionarie e quelle più economiche. Un movimento che non riguarda solo pochi vecchi facoltosi, ma che grazie alla democratizzazione online dell’arte coinvolge e appassiona anche fasce più giovani, nuovi collezionisti avvezzi allo shopping online. Sono in arrivo altre due edizioni digitali, Frieze Londra e Frieze Master, in programma dal 9 al 16 ottobre con preview il 7 e l’8 ottobre. Ci saranno più di 200 gallerie unite e fruibili da tutti online con la possibilità di chattare con gli autori, seguire talk e masters.
Non solo online, ma anche offline
Molti eventi hanno optato per traslocare anche all’aperto, finalmente, con numerose iniziative partite nelle piazze, nelle strade e nei parchi di tutto il mondo creando eventi ibridi sia reali che virtuali. Da qui nasce ONE VOICE, movimento sociale per gli artisti di tutto il mondo nato interamente online durante i momenti più difficili della pandemia come progetto di solidarietà per gli artisti in difficoltà in un momento di incertezza mondiale. L’iniziativa ha raccolto adesioni immediate e i primi eventi sono partiti a luglio coinvolgendo anche l’Italia, da Roma a Palermo a Messina. Ad oggi il progetto coinvolge 20 città e 14 Paesi in cinque continenti ed estende l’obiettivo per la difesa delle vittime dell’oppressione e del razzismo con eventi che mescolano street art, danza e fotografia svolti per le strade delle città e trasmessi anche sulla piattaforma digitale. L’arte sposa il mondo digitale con quello reale e le opere di ogni città del mondo sono ora fruibili ovunque, cosa rara prima della pandemia.
Un murales nato a Palermo farà il giro del mondo, una fotografia scattata a Cuba sarà proiettata digitalmente negli Stati Uniti, un’immagine dalla Costa Rica può apparire su una parete in Angola. L’arte non conosce più confini, muri, barriere grazie al digitale: gli artisti comunicano direttamente con i loro collezionisti, che aumentano di giorno in giorno attraverso i social e il valore di un artista passa anche attraverso i suoi followers su Instagram e i suoi video su TikTok. La comunicazione è diretta, allargata in modo esponenziale per tutto il globo perché gli autori lanciano le loro ‘limited editions’ direttamente sui social, senza avere bisogno di intermediari. Le opere vanno a ruba in pochi istanti. Nel frattempo collezionisti, grazie al digitale, sembrano più rilassati, spendono più tempo a godere e scegliere le opere e in questa modalità spendono di più. Gallerie, fiere ed operatori che si adeguano ne escono vincenti. Il digitale ha fatto esplodere il business nel mondo trasformandolo profondamente”.
Leave A Reply