“Non arriverà a tutti prima del 2022“, risponde così l’Oms all’annuncio di stop.
L’Italia sperava di riuscire ad ottenere le prime dosi entro la fine del 2020, ma AstraZeneca, azienda biofarmaceutica che si impegna, su scala globale, nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci etici, ha dichiarato una totale sospensione dei test clinici per il vaccino sperimentale contro il covid-19. Una reazione avversa al farmaco riscontrata da uno dei partecipanti ha fatto sì che si decidesse per una precauzionale sospensione al fine di consentire tutte le verifiche necessarie.
Si è presentato un quadro clinico avverso in uno solo dei 50 mila soggetti volontari su cui il vaccino è stato testato e, come da protocollo, il caso sarà sottoposto al vaglio del comitato indipendente di esperti ha precisato Piero Di Lorenzo, amministratore delegato dell’istituto di ricerca Irbm di Pomezia, che ha partecipato alla realizzazione di questo vaccino.
I motivi della reazione
AstraZeneca parla di una reazione inspiegata; è bene però specificare che la sospensione del test riguarda solo l’arruolamento di nuovi volontari provenienti da paesi in cui la sperimentazione deve ancora essere avviata. Le cinquantamila persone già arruolate continueranno ad essere sottoposte ad un preciso monitoraggio. L’Oms si augura e avverte che i Paesi non possono né devono prendere scorciatoie. Medicine e vaccini che verranno distribuiti alla popolazione dovranno rispettare le regole del gioco, essere dunque testati per la sicurezza. Questa è la prima e più importante regola, ha detto Soumya Swaminathan, uno dei ricercatori leader dell’Oms.
Secondo quanto sta emergendo, uno dei partecipanti avrebbe manifestato una mielite trasversa: un’infiammazione al sistema nervoso spinale che, a seconda della forza con cui si manifesta, può portare anche a disfunzioni motorie e sensoriali con conseguenze debilitanti. Il paziente si sarebbe tuttavia già ripreso. L’azienda, ad ogni modo, ha deciso di bloccare tutto, almeno momentaneamente per assicurare l’integrità del processo dei test. Al momento è stato anche sospeso l’arruolamento di nuovi volontari.
Il vaccino AstraZeneca-Oxford University è visto come un forte contendente tra decine in fase di sviluppo a livello globale. Si sperava che questo potesse essere uno dei primi ad arrivare sul mercato, dopo il successo dei test di fase 1 e 2. Lo stop invece arriva circa una settimana dopo l’annuncio dell’accordo definitivo della società con la Commissione Europea.
Una brusca frenata
Quanto questo stop rallenterà il percorso per la produzione del vaccino contro il Coronavirus? AstraZeneca spiega che nei test più ampi reazioni avverse possono accadere per caso ma devono essere indipendentemente valutate con attenzione. Secondo l’immunologo Sergio Abrignani, lo stop non significa inevitabilmente l’inutilità di questa prima proposta di vaccino, quando si allarga il numero di partecipanti di un test, è normale che vi possano essere reazioni avverse, anche non necessariamente dovute al vaccino in quanto tale. Ciò che è accaduto è la prova che gli studi di sicurezza e relativi all’efficacia servono. In genere, tali stop durano dai 6 agli 8 mesi, ma se il problema dovesse essere facilmente individuato, si potrebbe riprendere la sperimentazioni prima.
Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova conferma che la battuta di arresto del vaccino AstraZeneca di Oxford è fisiologica e normale, non è uno stop ma una fase di valutazione, non è mai stato sviluppato un vaccino in un anno, ci vogliono in genere più di tre anni. Stoppa, a sua volta, gli allarmismi il farmacologo Filippo Drago, responsabile dell’unità di Farmacologia clinica del Policlinico universitario di Catania: non siamo allarmistici. Il volontario che ha avuto una reazione avversa al vaccino non sta male e si è ripreso. Lo studio potrebbe verosimilmente riprendere, come tutti ci auguriamo e ci aspettiamo.
Sicuramente dispiace per lo stop alla sperimentazione, ma, se volessimo vedere il bicchiere mezzo pieno, è il segnale che le aziende stanno lavorando con la giusta serietà e trasparenza. Questo è l’argomento più forte che si possa fornire ai detrattori dei vaccini e ai no-vax, che da sempre sostengono che i farmaci vengono messi sul mercato senza attuare i controlli necessari.
La ricerca sul vaccino ha i suoi tempi: è cruciale arrivare bene e non primi.
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