Una socialità differente.
Ci sono delle priorità che non cambiano mai. Cercare di avere sempre del cibo in casa, riempire la propria vita di attività e socializzare con le altre persone nel mondo esterno. Ai tempi del coronavirus, però, diventa complicato soddisfare tutte queste necessità.
Rimanere a casa e uscire il meno possibile sono due delle indicazioni più importanti e più frequenti che sono state fatte dalle varie istituzioni mondiali, come l’OMS, e governative, dai presidenti regionali al presidente del Consiglio stesso.
La rinascita dei balconi
La soluzione più ovvia è stata uscire…rimanendo a casa. Dall’inizio della quarantena la nostra nuova agorà è diventata il balcone o la terrazza. Per chi dispone di un affaccio, che sia verso la strada o sul cortile interno del condominio, quello è il luogo principale dell’ora d’aria, il momento di evasione, la possibilità di respirare l’esterno. Si possono definire i balconi come nuova agorà del 2020.
Sui dehors delle nostre abitazioni, nelle ultime settimane, abbiamo inoltre assistito a diverse manifestazioni di solidarietà. Tra musica, canti, bandiere e striscioni hanno assunto un ruolo centrale della nostra vita sociale. Una via di comunicazione primaria con gli altri. Sfruttando il bel tempo di questi giorni c’è anche chi ha sistemato una sdraio in veranda e si è abbronzato.
Abbiamo bisogno di vedere cosa accade al di là dalle mura domestiche e di mantenere vivo il contatto con l’esterno. Desideriamo stare all’aperto. Ecco perché riscopriamo il valore dei balconi, luoghi attraverso cui evadiamo dagli spazi interni, mitigando la sensazione di reclusione che proviamo da giorni. Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti, documentato da migliaia di post su IG.
In questo momento in cui la parola d’ordine è #iorestoacasa, torniamo a popolare, e arredare, i balconi. Li progettiamo come se fossero bistrot parigini per la colazione, li adattiamo per il pranzo al sole e li trasformiamo – acquistando piante online – in piccoli giardini domestici. Il balcone diventa quindi allo stesso tempo luogo di coinvolgimento e baluardo, confermando il proprio ruolo originale. Eugène Viollet-le-Duc, nel suo Dictionnaire Raisonné de l’architecture Française du XIe au XVIe Siècle, riconduce infatti la storia del cosiddetto hourd alla tipica fortificazione medievale, una struttura utile in guerra durante gli assedi dei nemici.
Il valore dei balconi in un libro
A proposito del ruolo fondamentale dei balconi, saltando ai giorni nostri, non si può non citare Elements of Architecture, il libro (ma pure mostra alla Biennale Architettura di Venezia nel 2014) di Rem Koolhaas pubblicato da Taschen, che dedica alla voce balcony un intero capitolo definendolo, nell’incipit, l’elemento moderno per eccellenza. L’architetto olandese disquisisce sulla trasformazione di questo elemento architettonico notando come nell’edilizia contemporanea l’affaccio sull’esterno stia perdendo il suo valore o addirittura pian piano scomparendo. I balconi dunque come nuova agorà del 2020.
Forse, prossimamente, la tendenza subirà un’inversione di direzione. Di fatto, riconducendo l’argomento all’ambito del design, il segmento dei mobili da giardino è in continua crescita, con sedie, poltrone e tavolini che escono allo scoperto per creare una soluzione di continuità tra dentro e fuori creando vere e proprie stanze en plen air. Succede da un po’. Tant’è che per le aziende specializzate nella produzione di arredamento da interni, iniziare a pensare a mobili per verande e terrazze è stata una naturale evoluzione, ora più che mai diventata una tendenza che difficilmente si arresterà. Anche post coronavirus.
Matteo Zoppi
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