Un’attenzione all’ambiente arriva anche dal mondo del beauty. Prediligere cosmetici con packaging sostenibile è una delle prime scelte da adottare, ma si può fare di più. Il sistema beauty ha ormai avviato i processi per eliminare dalla propria produzione tutte quelle materie prime che sono dannose per l’organismo e per l’ambiente abbracciando le soluzioni ad impatto zero. Per quanto riguarda la formulazione di cosmetici green, i tempi per l’attuazione sono relativamente brevi, la vera sfida riguarda il packaging, che richiede una gestazione più lunga a causa della complessità dei processi produttivi di custodie, vasetti e flaconi. Ma non solo. “Talvolta esistono limiti oggettivi alla sostenibilità legati proprio alle peculiarità dei contenitori dei prodotti di bellezza, che per assolvere alle loro funzioni tecniche, normative ed estetiche spesso sono realizzati assemblando materiali differenti, ciascuno dei quali svolge una specifica funzione. Elementi spesso difficili da separare, che pongono limiti al riciclo e all’utilizzo di materiali alternativi”, ha spiegato Luca Amato, ingegnere Technical Director Lumson.
Le alternative eco-friendly
Il sentiero che porta a realizzare un packaging davvero sostenibile non è percorribile con facilità. Tuttavia le aziende hanno individuato una soluzione nei refill: le ricariche progettate per sostituire la parte interna di vasetti e flaconi che possono, con tale sistema, essere riutilizzati un’infinità di volte. I sistemi di ricarica, composti da un contenitore sigillato che preserva sia l’efficacia sia l’igiene, rappresentano una frontiera interessante per il mondo del beauty sostenibile. I dati parlano, il modello di impatto ambientale elaborato da Eurovetrocap, azienda italiana specializzata nella produzione di contenitori di vetro per cosmetici, in collaborazione con il Dipartimento Green dell’Università Bocconi di Milano, è riuscita a calcolare i vantaggi. È stato stimato, infatti, che usare anche per sole due volte il sistema di ricarica (un primo acquisto del flacone completo, seguito da due refill) riduce in media di oltre il 50% i diciannove parametri di impatto analizzati, tra questi il climate change con una riduzione del 47%, così come i dati legati all’assottigliamento dello strato d’ozono, che calano del 55%.
Le ricerche continuano e aumenta l’offerta
Gli sforzi dei ricercatori sono sempre più concentrati nella progettazione di componenti che sono facilmente separabili e contenitori che siano a loro volta realmente riciclabili. Il Made in Italy, in questo settore, è all’avanguardia: Ecompact ha vinto il Premio Speciale nella sezione Ambiente al Best Packaging 2020 dell’Istituto Italiano Imballaggio. L’astuccio per il make up compatto si è distinto per tecnologia, design e materiali usati. “La nuova confezione realizzata in mono-materiale, permette di separare dal contenitore principale sia il fondello sia lo specchio con sistemi meccanici di aggancio/sgancio che ne facilitano la separazione. La sostenibilità è garantita anche dal materiale plastico con cui può essere realizzata: materie prime riciclabili, bio-based o compostabili” ha sottolineato l’ingegnere Luca Amato. “Per realizzare il sogno di zero rifiuti nascono anche progetti pionieristici come, per esempio, il sistema circolare di refill-delivery Loop, progettato da uno studente della Princeton University che ha fondato Terra Cycle: consegna a casa i prodotti richiesti in contenitori di alluminio o vetro da ricaricare, ritira i vuoti, li sterilizza e li riporta a casa”. A questo modello di business stanno lavorando anche i colossi della cosmesi, studiando metodiche per ricaricare cosmetici di largo consumo, dai prodotti per capelli ai deodoranti. Ci sono tante soluzioni, quindi, che permettono di dire addio a cestini pieni di involucri da gettare e mettono fine alle consuete domande che ci sorgono quando spacchettiamo i cosmetici: “E questo dove lo butto?”.
Costanza Falco
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