Un’indagine della Bbc e dello Sport Positive Commit delle Nazioni Unite ha conferito al Tottenham il premio di società più green del campionato inglese. Altri club oltre a quello guidato da José Mourinho si muovono verso questa direzione: dall’Inghilterra all’Italia, passando per la Germania.
I tifosi non hanno ancora avuto la possibilità di rientrare negli stadi e, forse, questo ci consente in ogni caso di vedere il bicchiere mezzo pieno: se da un lato il mondo della competizione sportiva ci perde, va a guadagnarci l’ambiente. Le squadre dei principali campionati europei continuano la loro corsa verso la sostenibilità. Gli Spurs di Mourinho si sono piazzati davanti ad Arsenal, Manchester United e Brighton nella classifica che prevedeva la valutazione di otto criteri: energia pulita, efficienza energetica, trasporto sostenibile, riduzione nell’utilizzo di plastica e monouso, gestione dei rifiuti, efficienza idrica, opzioni alimentare a base vegetale con basse emissioni di carbonio, comunicazione ed engagement. Il Tottenham, inoltre, ha fatto un passo in più aderendo allo Sports for Climate Action Framework delle Nazioni Unite che vede anche la sigla di Fifa, Uefa, Cio e che unisce lo sport nella battaglia al climate change.
La Premier League è una lega a forte trazione verde
Già prima della pandemia, diversi club inglesi avevano aderito a Sky Ocean Rescue, il programma globale promosso da Sky Sports, che detiene i diritti del torneo con l’obiettivo di servirsi di meno plastica monouso negli stadi, finanziando con 25 milioni di sterline progetti eco-innovativi. Inoltre ci sono squadre come il Manchester City che appoggiano la campagna Show the Love, implementando il centro sportivo con un impianto di riciclo che risparmia l’83% dell’acqua e impiantando duemila alberi; i cugini dello United lavorano con la ONG americana Parley for the Oceans, ideata per ripulire gli oceani.
Cosa impara il campionato italiano dai colleghi inglesi?
Uno studio recente di Sport & Sustainability International ha mostrato che solo il 55% dei club di Serie A è impegnato in iniziative green. In modo particolare, sono stati individuati dodici progetti di valorizzazione del territorio realizzati durante la stagione passata da undici club di serie A. Se da un lato c’è ancora molto da fare, vi sono realtà – come l’Udinese – che emergono. Il club, collaborando con il brand italiano Yatay, ha creato un paio di scarpe da gioco interamente ecosostenibili e la stessa azienda fornirà per tutta la stagione ai calciatori del club delle sneaker green, con confezione bio-based. E, sempre la squadra friulana, a settembre, era scesa in campo con una maglia derivante da materiale riciclato (soprattutto bottiglie di plastica). Anche la Juventus è impegnata nel rispetto dell’ambiente, la prima a sottoscrivere l’UNFCCC Sport for Climate Action Framework firmato anche dal Tottenham. Vi sono altri club, come Genoa, Sampdoria e Cagliari che hanno imposto ai propri sostenitori di non utilizzare prodotti di plastica, fazzoletti, bicchieri, posate all’interno degli stadi.
Distanti dalla Bundesliga
Sul tema green, il torneo italiano si ritrova distante anche dalla Bundesliga, che guarda con preoccupazione al dato allarmante dei nove milioni di bicchieri di plastica monouso finiti nella spazzatura tra la prima e seconda divisione tedesca, nella stagione che ha preceduto la chiusura totale a causa del Covid-19. Anche se le politiche green sono già state prese in considerazione ed adottate da molte società calcistiche, nell’ottica di muoversi tutti in un’unica direzione, i club tedeschi sperano di portare agli Europei di calcio del 2024 (che si disputeranno in Germania) una versione neutral, o quasi. Il Bayern Monaco usa bicchieri di plastica solo se riciclata, segue il suo esempio il Werder Brema che ha fatto sistemare 200 mila celle solari sul tetto dello stadio con un’energia sufficiente per 300 appartamenti. Lo stadio dell’Augsburg, invece, è il primo carbon neutral, sull’esempio del Mainz, impegnato nella riduzione delle emissioni da un decennio. E, se nell’arena del Borussia Moenchengladbach c’è un pozzo per l’approvvigionamento idrico, l’Hoffenheim dal 2019 pianta alberi in una foresta ugandese per compensare le emissioni di carbone prodotte.
Costanza Falco
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