Mentre in Italia solo da oggi potranno riprendere gli allenamenti di squadra e per quanto riguarda i campionati ancora non vi è alcuna certezza, in Germania il movimento calcistico è già ripartito con la Bundesliga e la Zweite Liga, che rispettivamente sono la serie A e la serie B tedesche. Un primo weekend di calcio dopo oltre due mesi (che si chiuderà stasera col posticipo tra Werder Brema e Bayer Leverkusen) che ha avuto un grandissimo successo, con telespettatori da tutto il mondo che hanno triplicato il normale share della Bundesliga. Essendo l’unico dei 5 maggiori campionati europei ad essere ripartito è riuscito ad attirare tutta l’attenzione dei calciofili sparsi per i continenti. Come ha fatto la Germania a riprendere subito con i propri campionati?
Il protocollo tedesco
Intanto dobbiamo considerare che, rispetto a quanto successo in Italia, in Germania l’impatto del Covid-19 non è stato così devastante. La situazione è rimasta quasi sempre sotto controllo e la ripresa è stata più semplice e naturale. Ovviamente prevenire è meglio che curare. Ecco perché la Lega calcio tedesca ha stilato un documento di 35 pagine sui comportamenti e le norme da rispettare da parte delle società, dei giocatori e dello staff. Nel weekend abbiamo avuto le prime dimostrazioni pratiche, a cui dovremo per forza abituarci. In primo luogo le partite si svolgeranno rigorosamente a porte chiuse, per salvaguardare la salute dei propri tifosi.
Saranno ammesse 98 persone dentro il rettangolo verde, che comprendono 5 arbitri, 22 calciatori in campo, 18 riserve, 20 membri dello staff, 4 raccattapalle, 3 addetti all’igiene, 3 fotografi, 4 medici, 4 addetti alla sicurezza, 15 addetti VAR-dati.Si contano 115 presenze sugli spalti, che comprendono 10 addetti alla sicurezza, 4 medici, 2 vigili del fuoco, 4 poliziotti, 5 operatori dello stadio, 8 membri dello staff, 4 membri del club ospite, 8 membri del club di casa, 7 organizzatori dell’incontro, 10 giornalisti, 4 match-video analyst, 4 addetti all’anti-doping, 5 addetti all’igiene, 19 addetti al segnale+VAR+data, 23 persone appartenenti ai broadcasters. All’esterno si contano fino a 109 persone, tra cui 50 addetti alla sicurezza, 37 base signal+VAR+data, 14 persone appartenenti ai broadcasters, 8 giardinieri.
Inoltre, durante la partita soltanto i giocatori in campo, l’arbitro e i due guardalinee non devono indossare la mascherina. Tutti gli altri sì, inclusi le riserve (sedute a 1,5 metri di distanza una dall’altra) e l’allenatore, che può abbassarla per urlare indicazioni, purché in rigoroso regime di distanziamento.
I calciatori
Gli atleti, perlomeno quelli di casa, sarebbe meglio che arrivassero allo stadio con la propria auto, e in ogni caso i club devono utilizzare più autobus, per evitare assembramenti a bordo. L’ingresso in campo deve avvenire separatamente: prima una e poi l’altra squadra, in fila indiana. Niente stette di mano, scambi di gagliardetti, mascotte ei palloni verranno disinfettati prima e durante la partita.
Uso scaglionato degli spogliatoi, dove non si può stare oltre i 40 minuti e dove si deve tenere su la mascherina anche mentre ci si cambia. Mantenere sempre la distanza di sicurezza durante il riscaldamento, l’ingresso in campo, l’intervallo e fine partita. Niente abbracci e niente “cinque” tra compagni, nemmeno per esultare.
I calciatori non saranno in ritiro permanente, ma sono caldamente invitati a restare a casa, ad avere contatti solo con i conviventi, a non ricevere visite e a disinfettare di continuo il bagno, la cucina, le maniglie delle porte. Le squadre in trasferta dovranno alloggiare in un hotel interamente dedicato a loro, o almeno a un piano riservato. I giocatori si sottoporranno a due tamponi alla settimana, uno dei quali alla vigilia del match: la mattina della partita, il medico sociale deve comunicare alla Lega l’esito negli esami, pena l’annullamento della gara. E in caso di possibile positività? Se un giocatore dovesse avvertire dei sintomi riconducibili al coronavirus, dovrebbe mettersi subito in autoisolamento. In caso di contagio, solamente la persona coinvolta (oltre ai suoi familiari) dovrebbe osservare la quarantena, ma sul punto spetta anche alle autorità sanitarie locali la decisione finale.
Le polemiche
Un protocollo studiato in ogni minimo dettaglio, che però ha provocato reazioni contrastanti nel mondo del calcio. Se c’è chi ha applaudito il piano tedesco complimentandosi con la Lega calcio, come ha fatto su Instagram Zlatan Ibrahimovic per esempio, c’è anche chi ha definito questo tentativo di far rispettare il distanziamento sociale “ridicolo e senza senso”. Sono le parole di Radamel Falcao, attaccante colombiano attualmente al Galatasaray, in Turchia. Falcao ha fatto notare che il calcio è uno sport di contatto per natura ed è inutile imporre regole che non verranno comunque rispettate.
Effettivamente, vedere i giocatori entrare in campo separati per poi “abbracciarsi” sui calci d’angolo o stringersi per formare la barriera ha suscitato molte ironie nell’ambiente. Il risultato di questo primo esperimento è comunque positivo. L’obiettivo del resto non deve essere quello di “garantire la sicurezza al 100% di tutti i partecipanti”, poiché è probabile che ciò si riveli impossibile. L’idea è di garantire un rischio medico giustificabile basato sull’importanza del calcio (in termini sociali, sociopolitici ed economici) e sullo sviluppo della pandemia.
Quasi tutti i giocatori hanno rispettato il protocollo esultando solo coi gomiti ed evitando tutti i contatti non necessari. Quasi, perché l’Hertha Berlino, vittorioso per 3-0 sul campo dell’Hoffenheim, sembra non aver ancora recepito le nuove regole e ha esultato ad ogni gol come se non ci fosse alcuna pandemia. A parte questo caso isolato, questo weekend ha vinto lo spettacolo e ha vinto il calcio. Per assaggiare una sorta di normalità, e chissà che nel caso andasse tutto bene non si possa prendere spunto per ripartire anche altrove.
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