È lei che disegna gli abiti con cui ci piace vestirci e lo fa da oltre vent’anni. A partire dalla sua sfilata di laurea alla Central Saint Martins, nel 1995, Stella McCartney ha avuto un successo istantaneo. Nel ’97 la chiamano da Chloé che, grazie alla sua visione, acquista il fascino del must-have. Quando nel 2001 lancia il suo omonimo brand, ha le idee molto chiare: una femminilità decisa, sartoriale. La vera carta vincente, però, è l’eco-consapevolezza, resa desiderabile e portabile proprio perché non nuoce all’ambiente. E così, all’improvviso, tutte sognano di sfoggiare il suo blazer con le spalle definite e un paio dei suoi kitten heels in pelle sostenibile.
Oggi Stella McCartney muove un altro passo nella moda sostenibile lanciando i primi capi al mondo realizzati in Mylo, una pelle vegana ottenuta dai funghi. Precisamente si lavora il micelio, cioè la sostanza che si ottiene dalle loro radici. Ad indossare i primi capi realizzati in “pelle di fungo” la star amica del brand Paris Jackson.
“In Stella, non abbiamo mai usato pelle, piume e pellicce sin dal primo giorno, quindi sono incredibilmente orgogliosa di essere la prima casa di moda al mondo a creare capi di Mylo, una pelle di fungo lussuosamente morbida e sostenibile realizzata con micelio infinitamente rinnovabile”, ha detto Stella McCartney a Vogue Italia. “Questi indumenti in Mylo sono stati creati in collaborazione con Bolt Threads e sono certificati a base biologica, il che significa che sono realizzati con materiali prevalentemente rinnovabili e non sono fatti di plastica come la maggior parte delle pelli sintetiche. Abbiamo supportato questa incredibile innovazione sin dal suo inizio perché credo che i nostri clienti non dovrebbero mai scendere a compromessi con la desiderabilità della sostenibilità e Mylo ci permetterà di realizzarla”.
Sono capi che sfruttano una risorsa infinitamente rinnovabile. I primi campioni sono unici e totalmente cruelty free, realizzati a mano nell’atelier Stella McCartney a Londra, sovrapponendo scampoli del materiale ottenuto dal micelio a uno strato di nylon di neoprene riciclato. Decisamente simile alla pelle animale, il Mylo è una materia prima morbida e malleabile, certificata biologica, quindi composta da sostanze rinnovabili e reperibili in natura. Gli scienziati di Bolt Threads hanno scoperto come riprodurre in laboratorio i processi che avvengono nel sottosuolo alla formazione delle radici dei funghi, ottenendo il Mylo da una speciale combinazione di terra, acqua e aria. Inoltre, a differenza delle pelli sintetiche, il Mylo non utilizza il petrolio. I primi capi non saranno in vendita, ma la promessa della stilista è di inserirli nelle prossime collezioni del brand.
Costanza Falco
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