Just Eat e LifeGate hanno messo a punto una guida utile a rendere il food delivery materia di sostenibilità: dalle giuste dosi per rendere più consapevoli i consumatori sul valore del cibo, alle direttive per il corretto smaltimento dei contenitori.
Come ridurre i rifiuti domestici
Lo spreco alimentare nelle abitazioni degli italiani, nell’ultimo decennio, ha registrato un calo del 25%. E questa è sicuramente una buona notizia, ma c’è un ma: sebbene questo dato sia un indicatore incoraggiante della crescita consapevole di responsabilità sociale, la strada verso una vita più sostenibile è ancora lunga. Lo riporta l’ultimo rapporto lanciato dalla campagna Spreco Zero dall’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market. L’indagine ricorda che i comportamenti errati pesano parecchio sulle nostre tasche. Lo spreco alimentare nel nostro Paese sfiora i 5 euro a settimana per famiglia. La guida lanciata da Just Eat in collaborazione con LifeGate è un valido aiuto da costudire con i consigli per fare scelte più sostenibili anche in occasione delle esperienze legate al food delivery. La guida aiuta a ordinare le pietanze in modo consapevole e a conservare nel modo corretto quelle che non riusciamo a finire. Esiste, ad esempio, una pellicola amica dell’ambiente, realizzata con vera cera d’api, che “si presenta in fogli di varie dimensioni che possono essere usati direttamente anche sul cibo, avvolgendolo. Sono lavabili con acqua fredda e riutilizzabili varie volte. Quando si rovinano, si buttano nel contenitore dell’umido”.
Le bacchette del sushi? Il cartone della pizza?
Il manuale risponde a queste domande proprio nella sua seconda sezione, che spiega come smaltire correttamente le confezioni. Il capitolo Dove va cosa spiega quindi che il cartone della pizza, se è pulito, si getta nella raccolta carta, se invece è sporco nel bidone dell’umido oppure in quello dell’indifferenziato, a seconda delle indicazioni del proprio Comune. I contenitori di hamburger fatti in polistirolo, se puliti, vanno gettati nel bidone della plastica mentre quelli in bagassa nell’umido. Le vaschette di alluminio nella plastica o nel vetro, sempre a seconda del Comune, mentre il coperchio in poliaccoppiato nell’indifferenziato. La vaschetta multimateriale delle patatine fritte, realizzata in cartoncino e rivestita in polietilene, va gettata nell’indifferenziato. Il gelato che arriva a casa nella vaschetta di polistirolo, se opportunamente sciacquata, si butta nella raccolta della plastica. Vanno gettati nell’umido sacchetti di carta e carta anti-unto, usati per confezionare i panini, le bacchette in legno, contenitori in bagassa e quelli in carta erbacea se sporchi, se puliti nella carta. Le bustine porta condimenti, se vuote, vanno buttate nella raccolta della plastica, altrimenti nell’indifferenziato. Le bottiglie di birra o le bibite in vetro svuotate si buttano nel vetro, mentre le lattine nel bidone della plastica o in quello del vetro, anche in questo caso a seconda del Comune.
Costanza Falco
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