In gran parte del mondo i cinema sono chiusi. E anche dove sono aperti, mancano nuovi film da riprodurre. Dopo Tenet, nessun altro film importante è arrivato nelle sale, alcuni sono usciti o usciranno in streaming, per molti altri l’uscita è scalata al 2021. Il settore però continua a muoversi sia in Italia sia all’estero, per quanto con tempi e costi molto più alti rispetto ai tempi passati. Tuttavia non si può dire che sui set sia tutto come prima. Perché, come ha detto il dirigente di una delle più importanti case cinematografiche di Hollywood, chiedere alla macchina produttiva del grande cinema di ripartire “è come chiedere a un elefante sotto tranquillanti di rialzarsi”. Il grande problema è il fronte economico. Produrre film diventa più rischioso dal momento che un focolaio potrebbe bloccare le riprese, la legge di uno stato potrebbe improvvisamente far chiudere un set e non si sa dove e quando il film potrà arrivare agli spettatori. Inoltre ci sono dei veri e propri costi che prima non c’erano: bisogna avere tamponi e qualcuno in grado di farli, disinfettanti per oggetti, persone e locali. Va da sé che più limitazioni ci sono, più le riprese diventano lente, aumentando i giorni di lavorazione e di conseguenza i costi.
Il cinema che arriverà
Fino ad oggi, i film che sono arrivati agli spettatori in periodo di pandemia, hanno questa tematica o comunque quella del lockdown. Tuttavia, dal momento che ci sono produzioni iniziate durante la pandemia, si può già ragionare su come potrebbero essere i film dei prossimi anni. Il pensiero prevalente è che ci sia da aspettarsi meno riprese in giro per il mondo, meno scene affollate, meno contatti fisici tra attori. C’è chi ipotizza, addirittura, che a tale scopo potrebbero essere privilegiate le coppie di attori che sono una coppia anche nella vita vera. Come ha scritto il Washington Post, secondo diversi esperti, un film come Braveheart, che si servì di 1.600 comparse, “non arriverebbe nemmeno vicino all’essere fatto, di questi tempi”. Anche trovando il modo di girare ogni scena, c’è poi tutto un altro ordine di problemi che ruota attorno ad una domanda: i film girati in questi mesi devono fingere che la pandemia non ci sia stata, ambientando le loro storie in un mondo parallelo in cui ci si stringe la mano e si chiacchiera in metropolitana senza mascherina, o devono prendere atto della situazione? Lucas Foster, un produttore di Hollywood, ha affermato di aspettarsi semplicemente “molti film ambientati nel passato” e che persino “film scritti al presente e per il presente saranno cambiati, magari per essere ambientati negli anni Novanta”, così da non doversi porre il problema relativo al 2020.
Il cinema, ancor più di altri settori, ha sempre funzionato prevedendo cosa potrà piacere tra due, tre, quattro anni e anticipando le spese a fronte di possibili guadagni futuri, fatti di grandi uscite e campagne pubblicitarie. Ora, invece, il cinema si trova a fare ipotesi su un futuro incerto, senza sapere quando e come i cinema riapriranno, chi ci andrà e per vedere cosa. Persino il miglior scenario possibile comporterebbe problemi dovuti ai tanti film che dovevano uscire e non sono usciti, e ai tanti possibili approcci utilizzati in questi mesi. Figuriamoci ogni altro scenario.
Costanza Falco
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