In questo periodo così particolare, le persone stanno cambiando il loro modo di percepire e concepire le proprie case. Infatti non è mai capitato di vivere le nostre abitazioni con la stessa intensità con la quale le viviamo oggi. Ora in casa si fa tutto, si dorme, si mangia, si fanno aperitivi virtuali, ci si allena, si lavora, … la concezione di casa si è trasformata dall’essere il nostro rifugio all’essere il nostro domicilio obbligato.
Se prima l’abitazione veniva considerata come un luogo nel quale celebrare la propria privacy, oggi si trasforma in un luogo ampiamente interconnesso nel quale si celebrano la convivialità e la socialità aprendo leporte virtuali e tramutandola nella vetrina di noi stessi.
Durante gli anni della digitalizzazione e con i social media, abbiamo assistito ad una fusione tra la sfera pubblica e quella privata, fenomeno accentuato dal lock down dove, grazie ai moderni sistemi di telecomunicazione abbiamo potuto proseguire a coltivare le nostre relazioni e fatto entrare il mondo in casa.Proprio la casa, definita come la prima esperienza di confine, è un luogo dove si determina un interno ed un esterno, è un luogo concepito come sicuro ma che durante il periodo di lock down, come è stato dimostrato, si è rivelata essere un luogo nel quale ci si sente costretti, rinchiusi.
Ma a livello architettonico e progettuale, come cambieranno le nostre abitazioni?
Sicuramente la casa post pandemia sarà differente da come veniva concepita in origine, tant’è che in questi mesi l’abbiamo riorganizzata per poterla adattare alle molteplici funzioni che ha assunto e alle nostre nuove esigenze;è passata da essere considerata casa come da tradizione, ad essere pensata come palestra, ufficio, aula e luogo di relax.
“Il lockdown ci ha costretti a passare molto tempo a casa. Questo ci ha dato l’occasione di accorgerci di cosa più ci mancava nel vivere quotidiano: uno spazio verde, lo spazio giusto per lavorare in casa, quello per passare del tempo da soli o in compagnia della famiglia, uno spazio cozy. Insomma, sicuramente oggi riscopriamo il piacere di vivere in casa e non farci mancare nulla”Alice Etro, Creative Director di Westwing Italia.
A partire da questa dichiarazione, risulta chiaro come il design diventerà uno strumento altamente funzionale per migliorare la nostra qualità di vita (non solo all’interno dell’abitazione ma anche nei luoghi pubblici, mezzi di trasporto, uffici e così via) e per rispondere alla nascita di nuove esigenze.
Si richiedono spazi più luminosi, balconi e terrazze dove poter uscire in piena libertà, si richiede un’attenzione maggiore per l’ordine e la pulizia. Ed è proprio qui che tornano in voga i trend con il Feng Shui, una disciplina orientale che insegna ad arredare la casa nel rispetto dell’equilibrio tra le persone e l’ambiente che le circonda, o il Cocooning che identifica la casa come un punto di riferimento e non più come un luogo dove si mangia e si dorme, è uno stile che promuove il cosiddetto “slow living”, l’arte di vivere con meno frenesia e godere di ciò che si ha intorno in completa sinergia e armonia con l’arredamento. Simile al Cocooing è l’Hygge, uno stile di vita danese che mira al benessere personale, all’armonia e alla felicità.
Durante il lock down abbiamo anche riscoperto l’importanza di avere uno spazio esterno come un terrazzo, un balcone e per i più fortunati un giardino, un luogo dove potersi rilassare e godere della ritrovata libertà. C’è chi ha adibito i propri spazi esterni a piccoli orti dove poter coltivare aromi, verdure e erbe a chilometro zero.
Ciò che è fondamentale è che prima di tutto la casadeve diventare “a prova di emergenza”, un ambiente dove poterci curare e adattare, deve contenere solo il necessario, il funzionale e ciò che ci farà sentire in armonia con l’ambiente in cui viviamo e con noi stessi.
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