Il virus ha travolto tutti.
Che la situazione sia complicata e pesante per tutti non è fuori discussione. Che qualcuno sia riuscito a trarne vantaggio e a cogliere l’occasione nemmeno. Stiamo parlando dei videogame, dei servizi di film e di quelli di musica in streaming e infine delle piattaforme retail con servizi capillari di consegna a domicilio. Sono settori che per caratteristiche intrinseche si rivolgono a un pubblico casalingo, e vista la quarantena obbligatoria e la noia che molte persone devono cercare di sconfiggere questi sono i servizi perfetti.
L’analisi delle spese degli italiani
Revolut, la fintech dei pagamenti via app, ha analizzato le spese di oltre 400.000 utenti italiani nel raffronto tra questi ultimi giorni e quel che avveniva a inizio marzo, quando l’ondata del coronavirus era all’inizio. E ha verificato quali sono gli esercenti che hanno visto aumentare la loro popolarità, misurata in numero di transazioni dei clienti verso di essi. “Steam Games (+270%), Playstation (+188%) e Nintendo (+86%) hanno registrato tra i piú alti incrementi nel numero di transazioni, poiché lo stare a casa ha invogliato molte persone a giocare ai videogames e ad approfittare di diverse tipologie di servizi online”, dice la ricerca Revolut.
Sono aumentate anche le transazioni relative ai servizi di streaming, da Netflix (+26%) a Spotify (+13%) passando per le piattaforme che ne facilitano la condivisione come Together Price (+16%). “Anche i retailer come Aliexpress (+90%), Apple (+37%) e Amazon (+38%) hanno registrato un aumento significativo delle transazioni, probabilmente anche dovuto, in parte, al fatto che diverse persone si sono dovute organizzare per il lavoro da casa durante il lockdown”, aggiunge la Fintech.
Il crollo della ristorazione
Interessante anche analizzare i numeri dall’altro lato della medaglia, cioè quelli di chi ha sofferto di più questa situazione. Se è vero che i servizi citati in precedenza hanno visto un grande aumento di transazioni, non si può dire lo stesso di molti altri settori che normalmente costituiscono la nostra quotidianità. Parliamo di ristoranti e bar come luoghi fisici e dei trasporti.
Sempre secondo i dati raccolti da Revolut infatti “le categorie Ristoranti (-90%) e Trasporti (-87%) scendono in modo significativo. Bar e ristoranti hanno subito una drastica riduzione delle transazioni, con un decremento del 90%, in parte controbilanciato dagli operatori di food delivery. Questi hanno invece registrato un aumento, come Glovo (+26%) e Just Eat (+8%). Anche viaggi e trasporti sono stati impattati dalle restrizioni: Flixbus -93%, Trenitalia -92%, Booking.com -85%, Trainline -76% e Uber -66%”.
Stabile la GDO
In una posizione intermedia, infine, il settore della GDO, dove si è registrato un andamento che sembra consequenziale alle disposizioni che limitano le uscite allo stretto indispensabile. In particolare “le persone – dai dati Revolut – hanno effettuato il 48% in meno di transazioni presso i principali punti vendita della Gdo, ma l’importo totale speso è del 21% più alto”.
Si va di meno e si fanno più scorte. Questa tendenza si riscontra in tutta l’Italia, senza particolari differenze tra piccoli e grandi centri urbani. Quasi tutte le principali catene della GDO hanno registrato il decremento delle transazioni e l’aumento della spesa. Auchan (transazioni -44%, ammontare speso +19%). Carrefour (transazioni -46%, ammontare speso +37%). Conad (transazioni -33%, ammontare speso +61%). Coop (transazioni -34%, ammontare speso +49%). Pam Local (transazioni -45%, ammontare speso +49%). Penny Market (transazioni -26%, ammontare speso +72%). I dati mostrano anche che il volume della spesa presso i supermercati è aumentato del 34% durante la prima settimana di lockdown rispetto alla precedente. E’ sceso invece gradualmente durante le settimane successive fino anche al -15% alla fine di marzo.
Matteo Zoppi
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