Quando si parla di costruire, il pensiero plana direttamente sul prodotto finito. Però, l’iter per arrivarci non passa per vie di facile percorrenza in particolar modo proprio quelle che riguardano i trasporti.
Sicuramente l’autista è un condottiero formato e certificato a dovere ma portare i materiali in un cantiere presenta diverse problematiche. E, come si diceva, la scelta parte dalla finalità.
Solitamente, il tipo di mezzo prescelto deve poter arrivare in cantiere senza difficoltà. Per questo, non tutti i veicoli sono adatti, soprattutto se si devono raggiungere siti particolari, magari in zone palustri o arroccati in gole strette.
Fondamentale, quindi, è lo studio preventivo della morfologia del luogo di destinazione: le vie di accesso vanno misurate e confrontate con la larghezza del mezzo, il terreno va analizzato perché deve tenere il carico, l’accesso al cantiere necessita di essere spianato. Una volta varcati i cancelli poi, si dovrà individuare il luogo dove poter adagiare il materiale tenendo conto che la maggior parte delle volte ci si avvale dell’ausilio di verricelli e bracci meccanici che si prolungano oltre l’ingombro del mezzo.
Altro oggetto di studio è il percorso per arrivare in cantiere: se le tratte interessate comprendono valichi montani o percorsi con variazioni di pendenza ripetitivi, bisognerà fare una scelta sulla motorizzazione che sarà orientata su potenze più elevate che influenzeranno il consumo di carburante.
Il peso del prodotto, poi, è la terza parte fondamentale dell’equazione perché incide prepotentemente sulla tipologia del mezzo e sul tipo di approccio. I veicoli, infatti, accuratamente manutenuti, non hanno tutti la stessa portata, e dovranno essere stabili soprattutto se devono affrontare centinaia di chilometri per autostrade non lineari come quelle che solcano gli Appennini. Il contenuto del carico si potrebbe sviluppare sia in altezza che in larghezza che in entrambi i lati: è importante, quindi, fare una scelta oculata secondo una mera struttura di previsione di eventuali movimenti logici ma anche straordinari.
Già perché il fulcro di tutto è che bisogna firmare una certezza che fa rima, per assonanza e concetto, con sicurezza. Infatti, non a caso, una delle prime cose che il capo cantiere deve assicurare quando si insedia è una zona di scarico dei materiali che sia di facile accesso per il personale preposto e per il mezzo che deve giungere a destinazione. Secondo regole note e legiferate, non può essere in zone pericolose o che potrebbero essere portatrici di sventura per il personale addetto.
La merce che, invece, che viene trasportata ed arriva a destinazione, deve essere opportunamente imballata e fissata per evitare che durante il viaggio fuoriesca dalla sede del veicolo e vada ad impattarsi contro terzi. Se costruire, quindi, impone domande, progetti e calcoli, accompagnare il materiale per imbastire il cantiere non è una copia di qualche scontato scenario perché ci vuole poca improvvisazione ma esperienza sufficiente affinchè tutti gli standard siano garantiti: meglio un’attenzione in più subito che pentirsi poi di non averla avuta.
Avere un mezzo grande non risolve sempre la situazione ma c’è bisogno di pianificazione accurata perché scelte corrette e studio devono prevalere sempre su tutto.
Silvia Dassie
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