Già da anni è in corso la crisi del mondo del libro il mondo del libro, dovuta prevalentemente alla concorrenza di internet e all’avvento dei kindle e degli e-book. Ora con il coronavirus il rischio è di non riuscire a riemergere. È del 21 aprile “Ripartire dai libri”, cioè il primo appello delle tre associazioni di categoria (i bibliotecari di AIB, gli editori di AIE e i librai di ALI) al Governo per un sostegno concreto, per fronteggiare quella che nel comunicato congiunto viene definita “la più grave crisi dal Dopoguerra”. L’appello al governo constata che «in tempi di distanziamento sociale i settori culturali, fondati sulla socialità, soffrono più di altri». Del resto la competizione con il digitale, con biblioteche e librerie chiuse, è impietosa.
I dati
Per quanto riguarda le librerie, dice il documento, «nell’ultimo trimestre 2019 oltre il 36 per cento lamentava un calo di liquidità. Nel mese di marzo si stima che abbiano perso 25 milioni di ricavi». Per le biblioteche, il documento ricorda che in questi giorni di chiusura si sono mobilitate. 600 di esse hanno proposto 1.700 video-letture di libri, anche se è stata «una goccia nel mare, a fronte della chiusura delle 11.608 biblioteche».
Quanto agli editori, «già a fine marzo il 64 per cento aveva fatto ricorso alla cassa integrazione o era in procinto di farlo». E l’uscita di novità nel 2020 si è ridotta del 31 per cento. «Significa rinunciare all’edizione di oltre 23 mila titoli e alla stampa di 49 milioni di copie, con conseguenze pesanti sul lavoro nei settori della carta, della stampa e nei service editoriali e grafici». Che ricadono su autori e traduttori, con meno protezioni sociali di altri. «Un colpo verso la cultura italiana, la diversità culturale e il pluralismo. La crisi colpisce di più i piccoli editori che a fine marzo avevano già spostato o cancellato l’80 per cento delle uscite del secondo trimestre».
Il nuovo appello
I rispettivi presidenti delle tre associazioni hanno lanciato un secondo appello rivolto alle istituzioni, aspettandosi «una mossa concreta e immediata al governo e al parlamento».
«Preserviamo — chiedono i tre presidenti, Rosa Maiello (Aib), Ricardo Franco Levi (Aie) e Paolo Ambrosini (Ali) — un settore centrale per lo sviluppo culturale e democratico del Paese. La priorità in questo momento è salvare il settore con un piano di aiuti immediati che diano liquidità e sostegno a tutti i soggetti della filiera. Specie le imprese più piccole, di biblioteche, di lavoratori, autori e traduttori».
Nello specifico, per rilanciare la filiera del libro le proposte riguardano risorse da fornire alle biblioteche di pubblica letturaper un piano straordinario di acquisti di libri. Con particolare attenzione alle librerie del territorio, e un sostegno diretto che favorisca l’acquisto dei libri destinato ai consumatori, ai lettori, alle famiglie con uno strumento analogo al bonus cultura, la cosiddetta 18App, che si è dimostrato di straordinaria efficacia. I tre presidenti poi aggiungono. «Costo della carta, spesa per gli affitti e per l’adeguamento delle sedi sono altre leve su cui intervenire per dare sollievo alla filiera».
L’azione congiunta delle tre associazioni continuerà anche in futuro. «Passata questa prima fase di emergenza, presenteremo ancora una volta assieme quelle che a nostro avviso dovrebbero essere le linee guida per uno sviluppo equo e sostenibile del settore del libro, centrale per lo sviluppo culturale e democratico del Paese».
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