Dieci giorni di tutto esaurito per i Mondiali di scherma, che si stanno svolgendo in questi giorni a Milano. Un risultato eccezionale che equivale a ricadute economiche per forza positive, come racconta lo studio del centro di ricerca Green della Bocconi con «una stima di impatto economico locale — definita analizzando i costi operativi per l’organizzazione e la spesa dei visitatori e delle Federazioni coinvolte — che ammonta a circa 11 milioni di euro contribuendo a generare oltre 24 milioni di produzione aggiuntiva e 201 posti di lavoro».
«Vedere le tribune piene e sentire il pubblico di casa applaudire a ogni stoccata è un’emozione, purtroppo, nuova — commenta con orgoglio Nicola Zanotti, Commissario tecnico della nazionale di sciabola —. Di solito partecipano gli appassionati e gli staff. Eravamo abituati a un mondo chiuso in se stesso. Qui a Milano, invece, è stato fatto un grande lavoro di sponsorizzazione dell’evento. Mio fratello è da mesi che mi manda foto dei cartelloni pubblicitari nel metrò». Quindi non è un’utopia ipotizzare un dopo mondiali in cui la scherma accresca il numero di tesserati.
«D’altronde — continua Zanotti —, dobbiamo essere noi a portare lo sport nelle case della gente. E in Lombardia devo dire che stiamo facendo un gran lavoro: sto trovando grande passione da parte dei dirigenti della Regione che si traduce in più investimenti. Ci sono scuole che fanno bene al movimento, come la milanese Società del Giardino. Io stesso sto coinvolgendo diversi maestri di sciabola sul territorio, per esempio Marco Russo, guida tecnica del Circolo della scherma di Lecco».
Ma la già importante copertura mediatica costruita intorno a questo evento non è sufficiente. Almeno secondo il Ct della sciabola: «Dobbiamo semplificare il regolamento: solo così avremo più appassionati. Si potrebbero ridurre le durate dell’assalto nella spada e nel fioretto rispetto ai 9 minuti attuali, oppure eliminare il bersaglio non valido. Deve essere uno sport comprensibile tanto al bimbo quanto al nonno». L.G.
Leave A Reply