“Siamo Foresta” in mostra alla Triennale di Milano sino al 29 ottobre 2023, mette in scena un incontro inedito tra pensatori e difensori della foresta. Artisti indigeni – dal New Mexico al Chaco paraguaiano passando per l’Amazzonia (Brasile, Perù e Venezuela) – e artisti non indigeni. L’idea nasce da una collaborazione tra l’artista Yanomami Sheroanawe Hakihiiwe, dell’Amazzonia venezuelana e Fabrice Hyber, artista francese che da vent’anni semina una vasta foresta temperata nell’ovest della Francia per rigenerare terre aride.
Questo dialogo inaugurale – di foresta in foresta – si sviluppa nella mostra in una prolifica conversazione estetica e metafisica tra artisti non indigeni, ispirati dalla loro passione per i mondi viventi, e un folto gruppo di artisti indigeni impegnati nella difesa delle loro terre d’origine. La filosofia e l’arte contemporanea delle società indigene delle Americhe trasmettono un messaggio fondamentale: l’urgenza di reinventare un ruolo più umile per gli esseri umani tra gli altri esseri viventi.
Tutti gli artisti qui esposti sono stati riuniti a causa di questa preoccupazione per l’uguaglianza tra tutti gli esseri viventi e il riconoscimento della porosità dei confini che apparentemente li distinguono. Siamo Foresta trae la sua ispirazione fondante da questa visione estetica e politica della foresta come multiverso egualitario di esseri viventi, umani e non umani e, come tale, offre la vibrante allegoria di un mondo possibile oltre il nostro antropocentrismo. Come dicono i leader indigeni del Brasile: “Dobbiamo riforestare le menti per curare la Terra”.—Bruce Albert. L.G.
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