Don Claudio Burgio, sacerdote della diocesi ambrosiana, è direttore della Cappella musicale del Duomo di Milano e docente di Musicologia presso il Seminario Arcivescovile di Milano. Impegnato sul fronte dei giovani in difficoltà, è fondatore e presidente dell’Associazione Kayrós che dal 2000 gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti.
E dal 2005 è collaboratore di don Gino Rigoldi come cappellano dell’Istituto penale minorile « Cesare Beccaria » di Milano. Dalle sue esperienze di sostegno e impegno nei confronti dei minori in difficoltà è nato anni fa il bellissimo libro-testimonianza Non esistono ragazzi.
Un impegno fatto di grandi risultati ma anche di momenti drammatici, di “fallimenti”.
Ad uno di questi momenti è dedicato ora il suo nuovo libro, “In viaggio verso Allah. Lettera di un prete a Monsef, giovane combattente islamico”.
Monsef è un ragazzo quindicenne del Marocco, accolto nella comunità di prima accoglienza del sacerdote. Vi rimane cinque anni, durante i quali don Claudio Burgio e Monsef si incontrano, vivono insieme imparando a conoscersi e a rispettarsi.
Poi, all’improvviso, il silenzio. Il 17 gennaio 2015 Monsef, insieme con l’amico Tarik, parte per un viaggio senza ritorno nell’inferno dell’estremismo islamico. Destinazione Siria.
A don Claudio invia un ultimo messaggio sul cellulare: “Ciao Burgio. Stammi bene e prega Allah che ti dia la sua retta via e ci guida verso sé nella sua luce inshallah il paradiso…”. Monsef è il più giovane jihadista partito dall’Italia per il fronte islamico.
A distanza di due anni, ripercorrendo le principali tappe del cammino di Monsef in comunità e lasciandosi interpellare dalle parole e dai fatti accaduti nei quasi cinque anni di vita insieme, don Claudio Burgio scrive a Monsef una lunga lettera e condivide con il lettore la sua personale riflessione sul fenomeno jihadista attuale che, in maniera violenta, continua a generare vissuti di paura e di morte anche in Europa.
La riflessione si estende e coinvolge, poi, quanti sono impegnati nell’educazione dei giovani perché si scongiurino sempre nuovi fondamentalismi a qualsiasi latitudine.