Si sa, la NASA è sempre alla ricerca di nuove scoperte, sensazionali innovazioni, progetti unici nel loro genere. Per una volta, non si tratta di missioni nello spazio ma di…un profumo. L’agenzia spaziale americana, infatti, ha brevettato una nuova fragranza: Eau de Space, la traduzione olfattiva dell’infinito sopra di noi: l’odore dello spazio. L’esperimento artistico ha come punto di partenza le parole di Peggy Whitson, una ex astronauta americana della Stazione Spaziale Internazionale, che nel 2017 dopo una lunga missione ha raccontato alla CNN le sue sensazioni durante le “passeggiate” nello spazio, tra cui proprio quelle olfattive: gli infiniti spazi sopra la Terra saprebbero “di amaro, fumoso, pungente e dolciastro: un po’ come una pistola appena dopo uno sparo”, per via dell’elevata presenza di azoto. Don Pettit, altro collega statunitense, già lo avevo descritto nel 2003 a National Geographic come “una piacevole sensazione metallica e dolce”.
Un mix di ingredienti
Il progetto è stato sviluppato da Steve Pearce, chimico e CEO di Omega Ingredients, società specializzata nella produzione di aromi e ingredienti naturali di alta qualità per l’industria alimentare e delle bevande, ispirato dalle conferme della NASA stessa: “Gli astronauti descrivono l’odore come un mix di polvere da sparo, bistecca scottata, lamponi e rum”. Ed eccola, la composizione olfattiva: una piramide dolce-amara, sperimentale, audace. Nell’idea iniziale di Pearce e della Nasa nel 2008, Eau de Space sarebbe servita esclusivamente a per le esercitazioni, per aiutare gli astronauti a ricreare l’ambiente il più realistico possibile in vista dei lanci lancio in orbita, ma il progetto sta raccogliendo velocemente molti finanziamenti su Kickstarter, piattaforma statunitense di crowdfounding che fornisce finanziamenti collettivi per progetti creativi: l’obiettivo è avviarne la produzione industriale. E portare un po’ di infinito sulla nostra pelle.
Non una prima volta per la Nasa
Pare che all’agenzia spaziale sia affascinata dal mondo dei profumi: già nel 2013 aveva condotto un esperimento, Astroculture, insieme a IFF, la società International Flavors and Fragrance per scoprire se una rosa coltivata nello spazio avesse lo stesso profumo di quelle cresciute sulla Terra. Fu costruito un impianto per garantire la sopravvivenza nello spazio di una rosa della specie Overnight Scentsation, a gambo lungo. Cosa scoprirono? Che in condizioni di micro gravità anche il nobile fiore ha un profumo diverso dal solito “terrestre”: meno intenso ma più sublime, perché gli oli essenziali si distribuiscono diversamente e gli effluvi sono confinati. Anche allora si parlò di commercializzare la fragranza. Stavolta, con Eau de Space, pare sia la volta buona perché questo accada davvero.
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