Dopo i mesi di chiusura dovuti al Covid-19, il mercato librario ha ripreso un po’ del vigore perduto, e i risultati delle vendite sono al di sopra delle previsioni. Le librerie hanno riaperto e, complici le case editrici, vi sono in vendita titoli tanto attesi e grandi potenzialità di incassi.
Il lascito della pandemia
Il periodo trascorso ha aperto una discrepanza tra librerie di provincia, che hanno buoni risultati, e quelle invece più sofferenti nelle grandi città. Il lockdown ha accelerato la crescita degli acquisti online e potrebbe ricalibrare la programmazione delle uscite. Nonostante vi siano discreti margini di recupero, colmare le perdite sarà quasi impossibile, la strada è ancora lunga e le incertezze su ciò che potrebbe succedere sono molte: tanto dipenderà dal turismo e dall’affievolirsi del lavoro a casa.
Durante l’estate c’è stata un’insperata ripresa del mercato dei libri, dopo i mesi di chiusura dovuti al coronavirus, e i risultati di vendite sono stati al di sopra delle previsioni. Le librerie hanno riaperto, le case editrici hanno pubblicato titoli attesi e con grande potenzialità di vendita, i lettori abituali, rimasti per due mesi senza novità, hanno fatto acquisti e il governo ha stanziato aiuti importanti.
Come sono andati questi mesi secondo editori e librai
La pandemia ha aggravato la situazione già complessa che l’editoria vive da anni: il numero dei lettori e delle vendite non crescono da oltre 15 anni e i piccoli librai soffrono la competizione con i grandi rivali online. Il lockdown ha chiuso le librerie e ha bloccato le nuove pubblicazioni. Tranne che in Veneto e in Lombardia, le librerie potevano riaprire dal 14 aprile, tuttavia molte hanno deciso di riaprire solo il 4 maggio. Da allora è iniziata una piccola ripresa: una successiva ricerca dell’AIE ha mostrato che, all’11 luglio, la perdita di fatturato annuo si era ridotta all’11% rispetto al 20% di aprile: il mercato valeva 533 milioni di euro rispetto ai 600 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Tra i motivi della tenuta ci sono anche gli interventi del governo: «Quest’anno il Parlamento e il governo hanno mostrato attenzione e ascolto alle richieste arrivate dal mondo del libro» ha spiegato al Post Ricardo Levi, presidente dell’AIE. Il governo ha stanziato 10 milioni di euro per le piccole case editrici, pari a un massimo di 20mila euro per ogni beneficiario; 30 milioni alle biblioteche per l’acquisto di libri; 15 milioni per la Carta Cultura, una carta elettronica da 100 euro per l’acquisto di libri, valida un anno e rivolta alle famiglie meno abbienti; il rifinanziamento da 160 a 190 milioni di euro della 18App, il bonus di 500 euro per i 18enni che si può spendere in libri, biglietti per concerti, musei e altri eventi culturali; 10 milioni per il tax credit, un credito di imposta per le librerie piccole e indipendenti introdotto dal 2017.
L’impegno del governo non è, però, l’unica ragione della ripresa: come ha detto Levi, «credo che la ragione della ripresa non sia unica, ma che ce ne siano diverse. Il motivo di fondo è che in Italia la domanda del libro è stabile e forte, e il mercato si regge su un piccolo gruppo di “lettori forti”, che leggono almeno un libro al mese». Lo confermerebbe anche un’indagine condotta dall’AIE durante il lockdown: gli intervistati avevano risposto che prevedevano di leggere il 5% di libri in più rispetto ai mesi della chiusura, mentre, per ovvi motivi, da subito si immaginava un calo più ampio nella fruizione di tutte le altre attività culturali (-36% ai concerti, -28% al cinema e -27% a musei e mostre).
Il peso dell’online
Durante il lockdown, gli acquisti online hanno sopperito alla chiusura dei punti vendita; si sono inoltre mantenuti anche dopo la riapertura: se nel 2019 rappresentavano il 27% delle vendite complessive, a fine aprile 2020 erano diventate il 48% del totale, una percentuale che a luglio è scesa solo al 44%. Il mantenimento dell’e-commerce potrebbe essere una delle conseguenze più durature del post Covid: «penso che abbia modificato in modo permanente le abitudini di acquisti di molti» ha detto Francesco Anzelmo, direttore generale di Mondadori.
Piccole previsioni
Dicembre e il Natale, il periodo in cui in Italia si vendono più libri, sono la prossima grande incognita: potrebbero essere il momento propizio per le vendite, tuttavia eventuali restrizioni e ulteriori ingressi contingentati potrebbero allontanare i clienti dalle librerie o farli ripiegare solo sull’online. «Ci inventeremo delle cose», ha detto Monti di Feltrinelli. «Sono ottimista, ma dobbiamo organizzarci per non perdere le vendite a causa dei limiti fisici delle librerie». Comunque vada nei prossimi mesi, ha notato Francesco Anzelmo di Mondadori, «quest’estate il sistema libreria ha funzionato e ha messo in comunicazione i lettori con i libri. È stata un’estate singolare e ha avuto una capacità attrattiva nuova».
Costanza Falco
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