Continua la tensione tra social network e governi. Dopo la “querelle” tra Twitter e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ecco un altro provvedimento volto a limitare il potere dei governi dei Paesi nel mondo su Internet. Facebook, infatti, inizierà ad etichettare le pagine di giornali e media che reputa siano totalmente o parzialmente sotto il controllo del proprio governo.
L’obiettivo dichiarato è offrire un servizio che migliori la trasparenza per gli editori. “Le persone dovrebbero sapere se le notizie che leggono provengono da una pubblicazione che potrebbe essere sotto l’influenza di un governo” scrive Nathaniel Gleicher, capo delle politiche di cybersecurity di Facebook sul blog della società. Il social network inizierà a segnalare dall’estate i contenuti sponsorizzati, poiché hanno maggiore risalto. Il tutto partendo da un numero di media ritenuti vicini ai governi e aggiungendone di nuovi nel tempo. La segnalazione comparirà sulla pagina della testata, su quella per la trasparenza, nell’archivio delle inserzioni e, per quanto riguarda gli Stati Uniti, anche nel news feed.
Il provvedimento di Facebook
Per valutare l’indipendenza di una testata, Menlo Park prenderà in considerazione alcuni criteri. Tutti scelti con la collaborazione di 65 esperti mondiali specializzati in media, governance, diritti umani e sviluppo. Chiarezza su proprietà e finanziamenti ricevuti, trasparenza e scelta delle fonti, direzione, staff e linea editoriale, influenza del governo su pratiche come la correzione di articoli.
“Sappiamo che i governi continuano a utilizzare meccanismi di finanziamento per controllare i media, ma questo da solo non racconta l’intera storia”, scrive Gleicher. “Ecco perché la nostra definizione di media controllati dallo stato va oltre la semplice valutazione del controllo finanziario o della proprietà. E include una valutazione del controllo editoriale esercitato da un governo”.
Alcuni esempi
Nel caso in cui l’etichetta sia assegnata erroneamente, gli editori potranno fare appello presentando le prove della propria indipendenza. Alcune testate come Sputnik, RT e China Daily, legate rispettivamente all’influenza dei governi di Russia e Cina, sono già state segnalate. Con questo intervento Facebook punta a proteggere lo svolgimento delle elezioni presidenziali statunitensi, che si terranno a novembre 2020, dall’influenza di notizie diffuse da media manipolati dai propri governi.
Già in questa direzione si era mossa Twitter, segnalando alcuni tweet di Donald Trump come fuorvianti, non veritieri e anche di incitamento all’odio (seppur senza rimuoverli perchè “di pubblico interesse”). I messaggi lanciati dal tycoon erano rivolti all’opposizione con accuse, secondo il social network, infondate, con tanto di link a notizie affidabili. Lo stesso presidente ha dichiarato che in questo modo è Twitter ad influenzare le votazioni.
La cosa certa è che i media della Silicon Valley si stanno muovendo per arginare una sempre più dilagante fruizione di fake news. E anche i Governi adesso dovranno stare attenti a quello che vogliono comunicare e come lo comunicheranno.
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