La salute dei nostri figli conta più di ogni altra cosa. Ogni giorno i genitori di tutto il mondo si preoccupano per la loro incolumità, spaventati dai pericoli del mondo esterno. Per i bambini però l’attenzione deve essere alta non solo fuori ma anche dentro casa. O almeno, è così per la maggior parte dei genitori: l’82% di loro infatti ha dichiarato che è capitato al proprio bambino di farsi male in casa, in particolare nei primi 24 mesi di vita. Del resto i figli più piccoli sono ancora fragili e non pienamente consapevoli dell’ambiente che li circonda. Per questo, il rischio di cadute, tagli, ustioni e altri infortuni è molto elevato. In quest’ottica nasce il progetto “Home Safe Home – Casa sicura a misura di bambino” di Moige – Movimento Italiano Genitori onlus in collaborazione con Duracell. Lo scopo è sensibilizzare e supportare le famiglie, specialmente i neo genitori, rispetto al tema della sicurezza domestica. Il progetto si articoli in due parti: un’indagine realizzata dall’Istituto Piepoli, che fotografa azioni e percezioni dei genitori italiani in merito alla sicurezza dei figli in casa, e una breve guida con i suggerimenti chiave in 10 punti su comportamenti e misure da adottare per avere una casa, a tutti gli effetti, “a prova di bambino”. Azioni a cui Duracell affianca la sua ultima innovazione: la nuova tecnologia Baby Secure, pensata per proteggere i più piccoli dall’ingestione accidentale di batterie a moneta a litio, sempre più presenti nelle case degli italiani.
L’indagine
L’82% dei genitori ha dichiarato che al proprio bambino è capitato di farsi male in casa, soprattutto nei primi 24 mesi di vita. Cosa che genera una certa ansia, in particolare tra le mamme (82% rispetto al 79% dei papà), tra i monogenitori (96%) e in chi ha i bambini più piccoli (86% nei genitori con figli 0-2 anni; addirittura 100% per il monogenitore con figli da 0 a 2 anni). Tutto ciò porta il 95% dei genitori a mettere in campo delle azioni preventive (in media 2,3 accorgimenti per genitore): dall’adozione di paraspigoli per evitare contusioni ed eventuali ferite (72%) al riporre al sicuro i prodotti potenzialmente pericolosi come detersivi, medicinali e batterie (69%) fino all’istallazione dei copri prese anti scossa elettrica (55%). Ma quali sono le principali fonti di pericolo in casa? I genitori hanno identificato spontaneamente 10 potenziali “nemici” della sicurezza dei loro figli, ovvero: angoli e spigoli (28%), elettricità (25%), fonti di calore o gas (22%), mobili (18%), detersivi (11%), balconi/finestre/altezze (11%), scale (10%), piccoli oggetti incustoditi (6%), oggetti taglienti (6%) e disattenzione (5%). Raffrontando queste risposte con quelle fornite nell’indagine effettuata nel 2013, emerge come il livello assoluto delle percentuali di risposta date dai genitori sia molto più basso di quello di 7 anni fa. Ciò potrebbe significare, come analizzato dall’Istituto di Ricerca, che i genitori oggi sono un po’ meno coinvolti sul tema sicurezza domestica, da cui l’importanza di rinnovare nel tempo campagne di sensibilizzazione a loro rivolte. Inoltre, rispetto a 7 anni fa, cambia anche l’ordine interno delle fonti di pericolo: se nel 2013, per esempio, i detersivi erano al primo posto con il 50%, oggi li troviamo in quinta posizione con l’11%. Questo perché forse si è diventati più consapevoli rispetto a certi pericoli e si prendono, di conseguenza, provvedimenti mirati per depotenziarne la pericolosità.
Percezione del pericolo
Per capire quali pericoli siano considerati più incombenti, al di là dell’esperienza diretta, è stato chiesto ai genitori di indicare con quale frequenza, secondo loro, si verifichino alcune tipologie di incidenti domestici nei bambini. Al primo posto figurano le cadute (75%) seguite dal soffocamento (20%), temuto soprattutto in chi ha figli tra gli 0 e i 2 anni, e dai tagli (17%). A seguire: schiacciamento (15%), ustioni (8%), annegamento (6%) e avvelenamento (5%). Passando, invece, all’esperienza diretta, emergono come incidente più comune le cadute (49%), seguite da ferite da taglio (21%), ustioni (15%), ingestione e/o inserimento di oggetti in naso/orecchio (9%), avvelenamenti (4%), scosse elettriche (2%). Rispetto al 2013, l’unico cambiamento significativo riguarda l’ingestione o inserimento nel naso/orecchio di oggetti, che nel 2013 pesava solo l’1%. Questa variazione potrebbe dipendere dal fatto che oggi, nelle nostre case, sono presenti molti più dispositivi tecnologici, anche di piccole dimensioni. Restringendo il campo di attenzione solo ai prodotti che si hanno in casa, a destare maggiore preoccupazione per la sicurezza dei bambini sono i detersivi (63%) e i prodotti per la pulizia della casa (17%). Infatti per questi, così come per medicinali e batterie, i genitori richiedono soprattutto confezioni difficili da aprire, a prova di bambino, dicendosi pronti, nell’86% dei casi, a spendere di più per acquistare un prodotto con standard di sicurezza più alti.
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