Marzo è stato il mese in cui le gerarchie del campionato hanno preso una forma ben consolidata, con L’Inter ormai in allungo su Milan e Juventus e queste ultime che forse si guardano più e spalle (anche se, mai dire mai!). In questa corsa dell’Inter, il gol di testa di Lautaro Martinez ha avuto un’importanza decisiva. Accanto al suo ce ne sono altri più canonicamente belli (come quelli di Zielinski e Vlahovic) o incredibilmente drammatici (come quello di Ounas). Sicuramente rischiamo in questo articolo di escludere qualche perla, come quella di Ilicic da fuori area o la tripletta di CR7 al Cagliari, ci dispiace in anticipo.
Adam Ounas ha zittito il Torino
È un gol pazzesco. Non lo è solamente grazie alla prodezza tecnica, ma proprio per il momento in cui è arrivato, il contesto e soprattutto l’importanza della partita. Il Crotone era in vantaggio 3-2 contro il Torino, in una partita decisiva nella lotta alla non retrocessione, e si era messo a perdere tempo vicino alla bandierina. Messias ad Ounas, Ounas a Messias, la calcia sugli avversari cercando di guadagnare la rimessa laterale. Più il tempo passa, più guadagnano le rimesse laterali, quasi impaludando la partita, così da far emergere l’ovvia frustrazione del Torino. Ounas dribbla Mandragora in un fazzoletto di campo e ne esce steso. Non un fallo cattivo, più un avvertimento. Negli ultimi minuti di partita, all’ennesimo calcio d’angolo, Ounas dribbla due giocatori e calcia sul secondo palo. Indice alla bocca e occhi di fuoco al Toro, forse non il decalogo dell’eleganza, ma è subito un instant meme.
Nessuno si aspettava la prodezza di Dalot
Che momento di brillantezza… per un giocatore che abbiamo visto (non me ne voglia), ma non proprio sempre brillante. È onesto, ce la mette tutta, ma il suo scopo con la maglia del Milan, sembra essere quello di non fare troppi danni. La definizione di un terzino che meno si vede, meglio gioca. Almeno quest’anno, così è stato Diogo Dalot, che in quest’azione a cui faccio riferimento si improvvisa Piotr Zielinski: una finta a rientrare col destro, lasciando scorrere il pallone per poi calciare scavandolo sotto e cercando l’incrocio dei pali. Le traiettorie zigzaganti conferiscono alla giocata una perfezione innegabile.
Vlahovic in un angolo della porta inesistente
Vlahovic che sigla una tripletta, che ha 21 anni, che ha già doppiato il numero di gol finalizzati nello scorso anno. Sembra persino poter fare di più, Vlahovic che contro il Benevento ha segnato la sua tripletta con un gol incredibile. La giocata di un centravanti che vince il duello spalla a spalla con il difensore avversario e guadagna i metri decisivi per riuscire a girarsi. Quando lo fa, è ancora molto lontano dalla porta, ma pur senza apparente sforzo calcia con l’interno del piede trovando una traiettoria che sembra finire in un angolo della porta che prima non esisteva.
Come si tira meglio di Zielinski?
È il sesto gol del campionato, di una bellezza che ha base nella sua semplicità. O meglio, nel fatto che la tecnica di tiro sia così limpida che non pare aver necessità di sforzarsi per battere il portiere dal limite dell’area. Zielinski è destro, ma calcia con il mancino perché – alla fine dei conti – non c’è differenza. Colpisce la palla di collo pieno, scavandola da terra, e non si capisce come faccia a prendere quel giro esterno. Meglio di così non poteva tirare. È stato il gol dell’1-1 di una partita finita 3-3.
Lautaro segna il possibile gol Scudetto
Bellissimo: stacco di testa all’indietro e sospendendo i piedi da terra per trovare la forza di colpire sul secondo palo. Se i gol si pesano, questo è pesantissimo. Arrivato negli ultimi minuti di una partita che sembrava destinata al pareggio, ne ha letteralmente invertito il senso, lasciando la percezione che l’Inter non possa far altro che vincere e allungare il proprio vantaggio sulle avversarie (toccate ferro, cari cugini interisti, ma questo è). Sono queste le vittorie che piacciono a Conte, quelle che paiono confermare i discorsi sulla mentalità, su quella differenza che intercorre tra vincere e non vincere le partite. È un gol che arriva senza il contributo di Lukaku, con l’assist di Sanchez. Lautaro quest’anno, è vero, ha sbagliato qualche gol, ma il suo rendimento è stato eccezionale, dando una forma in parte definitiva ad un talento che fino a un anno fa sembrava ancora leggermente incompiuto.
Graziano Pellè in rovesciata
Quando Graziano Pellè ha siglato con il Parma a gennaio, abbiamo tutti immaginato un gol così, che ci dice esattamente che attaccante è stato ed è: un calciatore con una sensibilità sul petto che la maggior parte degli esseri umani si sognano di avere tra le mani. Ha un senso di gioco spettacolare, che, nonostante il corpo pesante e solo all’apparenza impacciato, prende contatto con l’aria con grande familiarità. Pellè ha già affermato che questa rete servirà a poco se non riuscirà a salvare il Parma, come se fosse un compito che spetti solo a lui…
Erick Pulgar su punizione è sempre geniale
Dei 18 gol in Serie A, solo due sono arrivati da azioni in movimento. La maggior parte, invece, li ha segnati su rigore, un su calcio d’angolo e tre da calcio di punizione. Pulgar è uno di quei calciatori che dà la sensazione di poter essere pericoloso da ogni calcio d’angolo puntando direttamente lo specchio, è come se più si stringesse l’angolo delle punizioni, più sentisse la giocata nelle sue corde. Ama dare tagli netti ed esasperati ed ha bisogno che il calcio parta da zone apparentemente innocue del campo. Quando segna pare un miracolo, e questo – con una traiettoria tesa perfetta – acquista ancora più valore perché segnato a Donnarumma, il miglior portiere del campionato. Non sta sicuramente vivendo una grande stagione, Pulgar, e i dubbi che non riuscirà a salire davvero di livello sono consistenti; da calcio piazzato, però, rimane un favoloso interprete.
Costanza Falco
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