Già da qualche anno abbiamo capito che dobbiamo cambiare le nostre abitudini se vogliamo salvaguardare il pianeta. Le aziende vanno sempre più verso una direzione eco-friendly e la ricerca di materiali e schemi di produzione meno inquinanti è diventata la mission della maggior parte degli esperti di settore. Nonostante gli sforzi profusi però, ci sono elementi difficili da sostituire. Talmente radicati e talmente “comodi” che pensare ad alternative ecosostenibili diventa un problema non solo ambientale, ma anche sociale ed etico. Tra questi materiali c’è la plastica. Onnipresente nella vita di tutti, dal confezionamento dei cibi e bevande all’impacchettamento degli stock di vestiti e non solo. Siamo davvero disposti a rinunciarci in cambio di altre soluzioni? L’utilizzo di plastica riciclabile è entrata a pieno titolo nelle abitudini degli Italiani. Il tutto per un mondo plastic-free.
Lo dimostra un sondaggio Censis secondo cui nel nostro Paese il 76% è avvezzo a tale comportamento virtuoso. Dova va a finire poi tutta la plastica che gettiamo ogni giorno? A questa domanda ha cercato di rispondere una serie di studi internazionali presentati nel corso dell’ultima edizione del meeting della European Geosciences Union, a Vienna tenutosi i primi di maggio 2019. Le ipotesi riguardano l’evenienza che i materiali di plastica percorrano strade non sempre così “lineari” e rintracciabili. In più, l’erosione comportata dai raggi UV e dalle condizione climatiche degradano la plastica (ma non la annullano), complicando le cose. Fondali marini, coste e oceani tra i luoghi in cui si accumulano più residui, ma si ipotizza che le correnti di mari e fiumi li facciano viaggiare in direzioni di andata e ritorno.
Qualche semplice soluzione per un mondo è sempre più plastic-free
Eppure, nel nostro piccolo, possiamo provare a ridurre l’utilizzo quotidiano di plastica con acquisti mirati, alla portata di tutti.
Igiene orale…a basso impatto ambientale
Prendiamo per esempio lo spazzolino da denti: quello più comune, in plastica, si stima che impieghi 1000 anni a decomporsi. Infatti, è realizzato in plastica non riciclabile, ha setole di nylon ed è responsabile dell’emissione di 34 grammi di gas serra per ogni pezzo prodotto. Come se non bastasse, il polipropilene, materiale di cui sono fatti gli spazzolini, è stato classificato come una delle plastiche più inquinanti per i mari, insieme al polietilene, il materiale delle vecchie buste per gli acquisti. Se si calcola che ogni persona consuma di media 4 spazzolini a testa ogni anno, l’impatto ambientale è presto immaginabile! Passare agli spazzolini da denti in bambù è la soluzione migliore.
E’ una scelta eco-friendly perché è un materiale biodegradabile, che può essere gettato tranquillamente nel sacchetto dell’umido. Restiamo nel campo dell’igiene orale, concentrandoci in particolare sullo sbiancamento. Un valido prodotto eco-sostenibile è il Miswak, una parola araba intraducibile in italiano. Indica uno strumento a metà tra spazzolino e stuzzicadenti. Ricorda un po’ la radice della liquirizia: in realtà è una sorta di ramoscello, ricavato dalla pianta Salvadora persica, che nella tradizione araba viene utilizzata da secoli come spazzolino naturale. Il suo potere igienizzante è stato riconosciuto dall’OMS, promuovendone le proprietà antisettiche, detergenti e astringenti di denti e gengive. Non necessita di dentifricio e sostituisce in tutto e per tutto il classico sbiancamento.
100% beauty, 0% plastica
Il calcolo dei dischetti di cotone per struccarsi non può essere stimato. C’è chi ne usa massimo 2 al giorno e chi supera i 4-5. Una scelta per salvare il pianeta dall’inquinamento è senz’altro quella di usare i panni o i guanti in microfibra lavabili che non richiedono detergente. Anche la spugna di konja, un materiale naturale, è una scelta eco-friendly poiché evita l’uso di scrub, confezionati a loro volta in involucri di plastica. Perché non andare oltre e usare i cotton pad riutilizzabili? Sono in bambù, materiale biodegradabile, ma che, prima di essere cestinato, può essere rilavato più volte, anche in lavatrice.
In commercio ci sono dischetti struccanti lavabili di tutte le dimensioni, dotati di manopole e con fibre dalla tramatura diversa: sottile per l’uso quotidiano, più spesso per l’esfoliazione del viso. Per quanto riguarda un altro must dell’igiene personale come il cotton fioc, quello in plastica inquinante è già stato vietato l’anno scorso. Invece di passare a quelli biodegradabile, una soluzione ancora più sostenibile potrebbe essere Il bastoncino in silicone riutilizzabile. Anche se la forma desta qualche sospetto, è molto morbido, tale da poter essere usato per orecchie, rima palpebrale, trucco ecc. L’importante è che si usi delicatezza.
Beverage ecosostenibile
Una delle percentuali più alte di plastica impiegata riguarda le bottiglie d’acqua e di bevande in generale. Fortunatamente, sono sempre più in voga i termos eco-friendaly: in ufficio, in palestra, in viaggio, in giro per negozi e in tutte le occasioni che desideri, queste bottiglie in acciaio inox tengono, infatti, qualsiasi bevanda al fresco o al caldo. Se vuoi essere ancora più eco-friendly munisciti di un filtro per depurare l’acqua del rubinetto, e dire addio alla plastica di bottiglie e bottigliette.
Anche per bere un buon caffè si può inquinare meno. Secondo le stime, le capsule delle macchine da caffè (realizzate in Pe, Pet o alluminio) generano 120 mila tonnellate di rifiuti, di cui 12 mila nella sola Italia, che vanno a finire in discariche e inceneritori. Per ridurre sprechi e inquinamento sono allo studio sistemi per realizzare le cialde in materiali rinnovabili. Nel frattempo puoi pensarci tu, preparandoti da solo le tue cialde. In commercio ci sono kit che permettono di farlo, offrendo cioè capsule riutilizzabili da riempire con il caffè macinato preferito. Bisogna prendere un po’ di pratica, ma per risparmiare circa l’80% del costo di una normale capsula usa e getta vale la pena “mettersi in gioco”.
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