Già da parecchie settimane si parla in Italia dell’ecobonus, anche detto superbonus visto che si tratta di uno “sconto” del 110% rivolto a chi effettuerà lavori di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza degli edifici. Ora, la maggioranza di Governo vuole allargare il raggio d’azione del superbonus. Il tutto concedendolo anche a seconde case e hotel e estendendo la sua durata fino al 2022. Un piano non semplice da attuare e che probabilmente dovrà affrontare un lungo iter prima di essere approvato. Intanto è già stato depositato a Montecitorio in Commissione Bilancio l’emendamento con tutti i ritocchi a caccia del sì della Camera.
I ritocchi nel dettaglio
L’emendamento punta ad estendere lo sconto Irpef del 110% alle seconde case dei contribuenti, purché non si tratti di case di lusso (abitazioni signorili), di ville o castelli. Quei beni cioè che il catasto classifica con le sigle A/1, A8 e A/9. Entrano nel radar dell’incentivo fiscale per la sostituzione della caldaia centralizzata, anche come singola unità immobiliare, i beni sottoposti a vincoli regolamentari o ambientali. O dove non presenti impianti di riscaldamento e raffrescamento centralizzati.
Gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffreddamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore. Compresi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, potranno essere effettuati su tutti gli edifici «diversi dai condomini». Almeno secondo quanto prevede il ritocco della maggioranza. Non solo. La detrazione, per questa tipologia di lavori, potrebbe poggiare su una spesa più alta calcolata non più su soli 30mila euro, come prevede il decreto in vigore. Ma su 30mila euro per ogni singola unità immobiliare.
Chi potrà usufruirne
Il correttivo all’esame della commissione Bilancio include tra i beneficiari del super-bonus le strutture turistiche, come alberghi e residence nell’esercizio di attività d’impresa, a condizione che i proprietari siano i gestori dell’attività. Non solo. Potranno accedere gli Enti non commerciali, compresi quelli del terzo settore e quelli religiosi civilmente riconosciuti. Nonché le loro associazioni e fondazioni proprietari oppure titolari di diritti reali di godimento oppure detentori (comodatari o affittuari) di immobili adibiti all’attività di scuola paritaria d’infanzia non profit che fanno parte del sistema nazionale di istruzione. L’elenco dell’emendamento include anche i proprietari di beni provenienti da patrimoni immobiliari dismessi da società a partecipazione pubblica. Ma anche quelli di associazioni e società sportive dilettantistiche.
Fino al 2022
Chiesto a gran voce dalle associazioni di categoria il prolungamento di un anno della durata del super-bonus è previsto dalla proposta di modifica presentata dalla maggioranza. In sostanza secondo l’emendamento gli interventi ammessi allo sconto Irpef del 110% saranno quelli effettuati dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2022. La realizzazione del progetto sarà complicata. Soprattutto perchè la dote di 800 messa a disposizione dall’Esecutivo per i ritocchi parlamentari appare già come una coperta molto corta. Senza dimenticare il sigillo che dovrà mettere la Ragioneria sull’eventuale copertura finale. In attesa di risolvere questo nodo risorse a Montecitorio la strada è stata tracciata, ora spetta alla Camera esprimersi.
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