Sono rientrate il 14 gennaio 2021 con la navicella Dragon di SpaceX, dopo essere rimaste più di un anno a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta di 12 bottiglie del pregiato vino Château Petrus 2000, ciascuna dal prezzo di circa 5000 euro, che hanno lasciato la Terra nel novembre del 2019 per invecchiare fuori dall’atmosfera, orbitando intorno al nostro pianeta. E per tornare avendo centuplicato il proprio valore.
Obiettivo della singolare cantina scelta dalla società Space Cargo Unlimited, che oltre alle bottiglie ha portato nello spazio anche dei campioni di vite, era vedere come l’assenza di gravità influisse sul processo di maturazione, sul sapore e sulle proprietà del vino. Il fine ultimo quello di individuare nuove prospettive di ricerca per la produzione di alimenti.
A detta degli esperti che l’hanno assaggiato, nelle bottiglie si riconoscerebbero delle note olfattive e gustative differenti, con una maggiore nota aromatica, oltre a una colorazione diversa da quella del Château Petrus 2000 realizzato nella maniera tradizionale. Sembrerebbe inoltre che il processo di maturazione nello spazio sia stato velocizzato per le bottiglie in orbita rispetto ai normali tempi di maturazione: una scoperta che, se confermata, aprirebbe a prospettive inedite circa le possibilità future di abbreviare i tempi normalmente richiesti dalla produzione di alcuni cibi.
In ogni caso, dopo essere state assaggiate e analizzate, nelle prossime settimane una di esse verrà venduta dalla casa britannica Christie’s a partire dalla base d’asta stellare di 830 mila dollari. Ci si aspetta quantomeno che si superi il milione per quello che oltre al vino più costoso di sempre verrà ricordato come il primo nella storia a essere invecchiato in orbita.
Parte dei ricavati dell’asta – hanno dichiarato gli organizzatori – sarà destinato alla ricerca e verrà utilizzato per finanziare nuove missioni volte a studiare come le radiazioni spaziali e l’assenza di gravità influiscano sui prodotti agricoli e sul cibo. Entrambi, infatti, evolverebbero in modo diverso a gravità zero. Inoltre, i nuovi progetti avrebbero lo scopo di analizzare come i vegetali si adattino agli stress dello spazio, in modo di sviluppare soluzioni innovative per realizzare specie vegetali in grado di resistere ai cambiamenti climatici in corso sulla Terra, collaborando alla sicurezza alimentare del pianeta e individuando nuove soluzioni sostenibili e all’avanguardia.
L’iniziativa ha riscosso grande visibilità e successo, attirando l’attenzione di investitori e società che seguono sempre di più gli sviluppi dell’economia spaziale e le nuove opportunità aperte nel settore dalla crescente possibilità di svolgere viaggi spaziali. Oltre naturalmente l’interesse dei collezionisti, che si preparano a sborsare cifre galattiche per aggiungere alla propria cantina il vino extraterrestre.
Filippo Gerbino
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