La natura ritrovata
Chi sicuramente sta giovando di questa situazione di blackout, si spera temporaneo, del mondo umano, è sicuramente la natura. Parchi che si ripopolano di animali selvatici, uccelli che tornano a dominare i cieli, inquinamento in netto calo e acque più pulite. L’emergenza Coronavirus sta attanagliando il mondo degli umani, non quello naturale dunque.
La riscossa delle tartarughe marine
La testimonianza arriva dall’India e in particolare nella spiaggia Rushikulya Beach di Odisha. Dopo un anno di assenza, infatti, migliaia di tartarughe Olive Ridley, specie in pericolo e considerata come vulnerabile dallo Iucn, sono tornate a ripopolare la famosissima spiaggia complice anche l’assenza totale di turisti. Azzerata la presenza umana, i rettili più longevi del mondo, una volta depositate le uova, avranno anche la possibilità di crescere a livello numerico, visto che si è abbassato il rischio di calpestare uova o mettere in pericolo la nascita delle piccole tartarughe. In passato, invece, ad ogni evento di nidificazione infatti le autorità indiane faticavano a contenere la folla di curiosi e presenti e a pagarne le conseguenze erano proprio le tartarughe.
Una notizia positiva in un mare di negatività dettata dal Covid-19. Si stima che siano oltre 70mila esemplari abbiano iniziato a nidificare dallo scorso 21 marzo. Un numero impressionante che testimonia come l’uomo troppe volte vada a scontrarsi con la natura. Secondo la Odisha Wildlife Organization, quasi il 50% delle tartarughe della specie Olive Ridley esistenti al mondo. Una volta schiuse le uova inizia poi la corsa dei piccoli verso il mare: solo i più fortunati ce la faranno, ma saranno sicuramente di più degli anni scorsi.
Una speranza in più
L’altra buona notizia arriva da altre parti del Mondo dove in questo periodo avvengono nidificazioni di tartarughe marine. Oltre alle piccole Olive Ridley, anche sulle spiagge del Brasile e del Sudafrica le madri sono tornate finalmente a deporre le loro uova. Un segnale di speranza che arriva dalla natura e che dovrebbe contagiare l’intera umanità.
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