Siamo sempre in cerca di attività offline, che ci facciano vivere una quotidianità diversa, ma poi scarichiamo app. Cerchiamo conforto sui social, in una nuova normalità che non ha proprio nulla di normale.
Vi immaginate come sarebbe stato il lockdown senza internet? Quante volte ce lo siamo chiesti in una nuova vita di perenne semi-isolamento. Certo, i social, le serie tv su Sky e Netflix, così come lo smart working hanno in parte alleviato il disagio di un lungo periodo di quarantena, ma questa visione così ingenua di internet che, improvvisamente, sembrava essere una manna dal cielo dopo aver subito un decennio di critiche, ha già lasciato i suoi strascichi. Dove fino alla primavera scorsa c’era entusiasmo, oggi c’è noia, spossatezza, a volte perfino nausea. Veramente mi chiedete di partecipare a un evento online dopo aver passato tutto il giorno al computer a fare call? E ci dicono per ingannare il tempo di visitare musei online, di fare aperitivi su Skype invece che uscire a fare una passeggiata con degli amici indossando le mascherine.
I vincitori del lockdown: un’indagine di eMarketer
Dopo i primi mesi passati a cantare sui balconi inneggiando ai surrogati digitali che ci stavano aiutando a fuggire dalla monotonia e dalla solitudine, oggi saremmo sicuramente più propensi a discutere di politica con quegli anziani che sotto casa frequentavano i giardini piuttosto che continuare a stare sui social. Eppure, nonostante la stanchezza digitale di cui tutti siamo prede, una cosa è sicura: internet e i social network sono i grandi vincitori del mondo in lockdown. I numeri parlano: dopo una prima fase di stallo nei mercati più importanti, tutte le principali piattaforme hanno ricominciato a crescere. Secondo eMarketer, gli utenti di internet “hanno trascorso in media 82 minuti al giorno sui social media nel corso del 2020, un balzo di sette minuti rispetto al 2019 e una grossa correzione al rialzo rispetto alle previsioni precedenti, secondo le quali il tempo trascorso sui social sarebbe rimasto lo stesso”. Nel 2020, comprensibilmente, le preoccupazioni relative al digital detox sono rimaste nel dimenticatoio.
L’uso dei social è quindi cresciuto mentre eravamo tutti chiusi in casa. Un’ovvietà. Più interessante è forse andare a fondo di cosa stiamo postando sui nostri canali social, dal momento che la vita, ad eccezione della pausa estiva, è diventata estremamente ripetitiva. Niente viaggi, niente feste, niente serate, niente più eventi. Che cosa resta da postare sui social network? Basta aprire Facebook per rendersene conto: un luogo sempre più cupo, ci si sfoga per la pandemia e il ritardo dei vaccini. Indignazione continua che funge da valvola di sfogo, ma che al tempo stesso rende i social un posto non più così piacevole da frequentare. Secondo la società di analisi Brandwatch, infatti, gli utenti sempre più spesso annunciano la volontà di cancellare il loro account. A luglio 2020 si è raggiunto il record mensile di menzioni relative alla cancellazione dai social, tuttavia i numeri hanno continuato a restare elevati anche nei mesi successivi. Non abbiamo dati precisi, però è sicuramente una tendenza che racconta di quanto distrarsi e trovare un senso di leggerezza sulle piattaforme sia sempre più complesso. È un circolo vizioso in cui la nostra salute mentale è messa sempre più a dura prova.
“L’idea dell’influencer perfetto e pettinato è probabilmente una cosa del passato”
Per definizione, Instagram è il luogo in cui mettiamo in mostra le nostre vite in viaggio, alle prese con le feste, con gli amici, con i nuovi e vecchi amori. A quanto pare, abbiamo iniziato a essere spontanei anche sul social meno spontaneo che ci sia: “Questo lato meno pulito, ma più reale è affascinante ed è qui per restare”, ha spiegato la dirigente di eMarketer Debra Williamson. “L’idea dell’influencer perfetto e pettinato è probabilmente una cosa del passato”.
Andando oltre i classici social potrei sottolineare quanto siano aumentate nell’ultimo anno le visite su Netflix: da 500 milioni di visite settimanali nel mondo pre-pandemia all’apice di 700 milioni nel periodo più difficile (la primavera del 2020). Altrettanto incredibilmente è aumentato l’utilizzo di Zoom e di Amazon che, a livello mondiale, ha visto una crescita nelle visite del sito anche del 70%.
Ma davvero dovremmo rimanerne stupiti? È molto interessante evidenziare come in questo periodo sia aumentato nettamente anche l’uso dell’app di incontri Tinder. Ebbene sì, un’applicazione di appuntamenti che cresce proprio nel momento in cui non è possibile invitare il potenziale partner da nessuna parte. Cresce, però, nel momento in cui abbiamo bisogno del contatto umano, di riscoprire le persone che ci stanno accanto e di lasciarci andare, senza paura, a nuove esperienze. Secondo quanto riporta Business Insider, la dating app più conosciuta ha visto nel 2020 una crescita del fatturato del 15% e degli iscritti a pagamento del 16%. Le dating app, in tempo di pandemia, non vengono usate per avventure romantiche, ma per approfondire la conoscenza con le persone.
Costanza Falco
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