Jobiri, il 1° consulente digitale di carriera basato su intelligenza artificiale, conquista l’Europa e lo fa all’interno dell’Hackathon EUvsVirus iniziativa realizzata con il patrocinio della commissaria Ue per l’innovazione Mariya Gabriel. Da sempre Jobiri si è posto l’obiettivo di contribuire a produrre cultura e di fornire informazioni utili, non solo a tutti coloro che si trovano nella condizione di cercare un impiego, ma anche a tutti gli addetti ai lavori, favorendo lo sviluppo e la crescita dei ragazzi, supportandoli e sviluppando servizi sempre più efficaci, specialmente in un momento così delicato come questo, con il Coronavirus che ha cambiato totalmente le nostre abitudini, anche quelle di ricerca di lavoro.
All’interno dell’evento, Jobiri è stato selezionato come vincitore della sfida tra i 2160 progetti per la categoria “Lavoro e l’istruzione da remoto – Altro”, confermando l’evoluzione strategica, tecnologica e imprenditoriale dell’azienda dei due fratelli Claudio e Roberto Sponchioni. La redazione di Newsagent ha intercettato Claudio Sponchioni, Cofounder e CEO Jobiri in merito al riconoscimento europeo e all’evoluzione del lavoro e della sua ricerca ai tempi del Coronavirus.
Quanto è importante per una realtà come la vostra aver ricevuto un riconoscimento europeo?
Siamo onorati di aver ricevuto questo premio. Grazie alla tecnologia possiamo colmare delle lacune e trovare delle soluzioni. Jobiri ha sempre lavorato con questo obiettivo e già prima del coronavirus era specializzata in supporto digitale per chi cercava lavoro. Questa crisi ha reso ancora più evidente che è possibile supportare le persone anche a distanza, con strumenti evoluti. Da questa emergenza abbiamo cercato di cogliere delle opportunità, rimanendo ottimisti per il futuro. Il premio europeo del resto va in quella direzione: ne è meritevole chi si è distinto per innovazione e chi ha saputo dare risposte concrete alla crisi globale.

Jobiri conquista l’EUvsVirus hackaton
Vi sentite arricchiti dopo aver partecipato a una vetrina di tale importanza?
Fortunatamente abbiamo sempre cercato di mantenere una prospettiva internazionale e “EUvsVirus” è stata un’altra occasione per confrontarci con nuove realtà. Per quanto riguarda il servizio lavoro non è emerso nulla di particolarmente innovativo rispetto a quello che già facciamo. Invece da altri settori come quello della formazione abbiamo recepito input interessanti. Dal confronto con realtà di questo tipo è nato un progetto di collaborazione e sinergia tra la loro attività di formazione e la nostra di accesso al lavoro. Eventi come questi sono utili anche per fare nuove conoscenze e trovare possibilità di partnership per creare qualcosa di nuovo.
La pandemia ha modificato il vostro modo di lavorare?
Già prima delle disposizioni governative abbiamo optato per lo smart working, quando si è iniziato a parlare di coronavirus come un rischio e la situazione ancora non era definita. È una modalità sicuramente più laboriosa, ma con cui abbiamo già dimestichezza, dovendo interfacciarci quotidianamente con il nostro CTO in Irlanda. Inoltre siamo sempre stati molto flessibili coi nostri dipendenti, che già in passato hanno avuto la possibilità di lavorare da casa a seconda delle loro esigenze personali. Con la crisi abbiamo spinto ulteriormente verso questa direzione. Stiamo pensando di concedere a tutti uno o due giorni settimanali di lavoro da casa anche post-pandemia, in modo da ridurre lo stress causato dagli spostamenti e permettere ai nostri colleghi di dedicare più tempo a loro stessi e alla propria famiglia o i propri amici.
Ha percepito preoccupazione nel vostro settore, soprattutto da chi cerca lavoro e magari è rimasto disoccupato?
Abbiamo ricevuto diverse centinaia di messaggi da inizio pandemia da parte di utenti che purtroppo stanno vivendo situazioni complicate, dalla ragazza madre rimasta disoccupata a persone in cassa integrazione senza certezza di tornare a lavorare. Si tratta di un’emergenza non solo sanitaria ma anche personale e lavorativa. Ci siamo mossi concretamente per dare supporto a queste persone. Abbiamo messo a disposizione gratuitamente la nostra piattaforma per comuni e istituzioni che volessero condividerla coi loro cittadini. Fornito un servizio di consulenza di carriera con ore gratuite. Aperto la piattaforma a tutti con uno sconto dell’80% e realizzato contenuti ad hoc per cercare lavoro in questo difficile periodo di crisi. Spero che da questa esperienza le istituzioni come i centri di impiego e gli uffici di placement imparino a supportare il candidato più da vicino e non come hanno fatto in questa pandemia di sostanziale inattività. Solo ultimamente sta emergendo il problema della disoccupazione e di chi sta cercando un lavoro, ma bisogna fare di più per evitare una crisi sociale.
Dal punto di vista dei giovani, la domanda e ricerca di lavoro è diminuita?
Nonostante le difficoltà e le incertezze verso il domani gli studenti e i giovani hanno voglia di trovare un lavoro. Cambiano sicuramente le modalità e cresce la competizione tra candidati. Grazie ai nostri dati sulle offerte di lavoro abbiamo riscontrato un calo del 32%. Ora chi cerca lavoro dovrà costruire un curriculum fatto in un certo modo, come abbiamo spiegato anche in passato sui nostri canali. Anche la videoconferenza diventa centrale, soprattutto per quanto riguarda il colloquio che ormai si svolgerà prevalentemente con questa forma.
Quindi le aziende assumono meno…
Siamo in contatto con molte imprese di diversi settori che nella crisi hanno addirittura aumentato le assunzioni. Quello sanitario, dei trasporti, logistica e gdo e il mondo digitale. Altri settori invece hanno subito particolarmente il lockdown, come la ristorazione, i parrucchieri o quelle aziende appartenenti a settori ritenuti non necessari e che quindi sono state costrette a chiudere. Per questo almeno per il momento mi aspetto scelte ponderate nell’ambito delle assunzioni.
Quali iniziative particolari avete in mente per il futuro prossimo?
In questi ultimi mesi siamo entrati in contatto con tante realtà istituzionali che si sono dimostrate disposte ad innovare. Puntiamo a fornire il servizio Jobiri a molte altre istituzioni e stiamo già finalizzando diversi accordi. Un’altra novità nata dall’EUvsVirus e dal dialogo con altre istituzioni europee ci permetterà a breve di aprirci a mercati esteri. Infine, abbiamo rivisto tutta la piattaforma Jobiri ed entro fine giugno metteremo a disposizione una versione implementata nelle sue funzionalità. Il tutto con anche servizi gratuiti per chi sta cercando lavoro in questo difficile periodo, per poter essere d’impatto anche dal punto di vista sociale.

Jobiri conquista l’EUvsVirus hackaton
Per ulteriori approfondimenti sull’azienda e sulle modalità di ricerca di lavoro, è possibile consultare il sito www.jobiri.com .
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