La distribuzione dell’acqua idropotabile è un’azione di fondamentale importanza dell’approvvigionamento idrico e, come è risaputo, viene effettuata tramite serbatoi tenuti alzati da tralicci in metallo e muratura: queste strutture sono conosciute dai più come acquedotti e torri piezometriche.
Concretamente ideati durante l’Impero Romano per riciclare la risorsa di acqua piovana in modo che fosse riutilizzabile, sfruttano una soluzione naturale attraverso il principio dei vasi comunicanti per portare l’acqua nei siti urbani.
Tecnicamente parlando, il funzionamento si basa su una pressione giornaliera costante garantita dalla pompa che porta l’approvvigionamento dell’acqua fino alla vasca posta anche a 40 metri di altezza.
Dal punto di vista civico, la continuità e l’universalità del servizio devono essere i valori assoluti e perentoriamente rispettati. Universalità, perché l’acqua è un diritto di tutti, continuità perché l’acqua deve arrivare sempre e senza interruzioni ai rubinetti delle case dei cittadini.
Dopo la forgiatura delle norme antisismiche, opere di così alta taglia considerate beni di primaria importanza, sono tra i primi a subire costanti monitoraggi in modo da rispettare i dettami della zona dove sono ubicati.
Negli ultimi decenni, per questo motivo, si è affinata la progettazione ed incentivata l’analisi di rischio in quanto l’evento sismico non deve andare ad inficiare sulle funzionalità idrauliche e, allo stesso tempo, non può mettere a rischio l’incolumità dell’area circostante.
Proprio la grandezza è il primo fattore da tener in considerazione: fare manutenzione a manufatti cosi grandi ha bisogno di una adeguata progettazione, sia nell’ operatività che nell’ allestimento.
Innanzitutto, devono essere create delle impalcature ad hoc che seguano l’andatura (talvolta non dritta) e l’elevata altezza dei tralicci fino ad arrivare al “fungo” terminale. Spesso, si installano dei ponteggi elettrici per permettere di portare velocemente i materiali in quota dove si concentra il fulcro del lavoro.
Per rendere in sicurezza il serbatoio, poi, vengono allestite delle soluzioni sospese ossia attaccate con catene all’ impalcato per permettere di eseguire i lavori a 360 gradi.
L’intervento vero e proprio, invece, parte da uno studio a tavolino della valutazione dei sovraccarichi da applicare al modello di calcolo, per poter tener conto della presenza dell’acqua. Si effettua una prima analisi in condizioni statiche per valutare le pressioni idrostatiche che l’acqua esercita sulla vasca; successivamente si estende l’indagine alla valutazione delle pressioni idrodinamiche generata dal sisma sulla struttura.
A considerazioni fatte, si agisce per eseguire i rinforzi necessari utilizzando materiali moderni e procedendo alla cura delle fessurazioni pericolose.
L’argomento giusto è sempre la prevenzione: agire prontamente per evitare malfunzionamenti o rotture pericolose è, sicuramente, la carta vincente. In questo caso, il “melius abundare quam deficere” non è mai troppo: controlli periodici ed efficaci evitano realmente l’esplodere di disastri irreversibili e tutelano la popolazione a sentirsi più tranquilla ed efficacemente protetta dalle istituzioni.
Silvia Dassie
Leave A Reply