Perché lavorare in edilizia?
Un lavoro scomodo, di fatica, spesso all’aperto.
Perché investirci tempo e formazione?
Ne vale ancora la pena?
La risposta è sì, ora più che mai.
Proprio perché il mondo del lavoro, che cambia ad una velocità sorprendente ed è intriso sempre di più di tecnologia, necessita, da un lato, dell’arrivo di nuove professioni e, dall’altro, di nuovi modi per esercitare quelle classiche.
La tecnologia ha dato, sicuramente, un input importante e ha introdotto nuove opportunità, soprattutto all’estero, ed è portatrice sana di ecosostenibilità applicata ai nuovi modelli costruttivi e alle riconversioni di quelli già in essere.
L’applicazione tecnologica al mondo del lavoro riguarda sia l’edilizia residenziale che le grandi infrastrutture che richiedono nuove figure professionali o nuovi modi per esercitare le vecchie. Ed è per questo che la sua applicazione, sia ai materiali che alle tecniche di costruzione, sta davvero cambiando la fisionomia del prodotto edile.
Con l’arrivo di concetti come domotica, efficienza energetica e smart house, si sta dimostrando che il settore sta evolvendo, così come il modo di lavorare in edilizia, dando ancora più rilevanza alle figure che lavorano al suo interno. Se la modalità di costruire sta cambiando e bisogna rimanere allineati, una ragione in più per esserlo saranno anche i clienti che diventeranno sempre più esigenti.
La conseguenza logica imporrebbe che le imprese investissero in continua formazione ed aggiornamento del personale.
Secondo uno studio di Center for American Progress, le figure professionali che sono più coinvolte dal cambiamento sostenibile sono:
– elettricisti
– installatori di impianti condizionatori
– costruttori di tetti
– carpentieri
– professionisti dell’isolamento termico.
La tipologia di cambiamento che viene richiesta è complessa, perché riguarda sia la chiave specialistica che quella interdisciplinare al fine di portare una maggiore cooperazione tra gli attori e all’interazione di figure differenti come, ad esempio, chi lavora sul fotovoltaico dovrà interfacciarsi con chi costruisce i tetti.
Il lavoro nell’edilizia sarà, poi, sempre più legato alla salvaguardia della salute: basti guardare, per esempio, le ristrutturazioni che richiedono una sempre maggiore attenzione all’utilizzo di nuove sostanze e allo smaltimento delle vecchie e quindi la formazione delle persone preposte.
In più, si cerca sempre di raggiungere un maggiore grado di sicurezza in modo da prevedere il rischio anticipatamente: un esempio lampante è l’introduzione di nuove figure professionali nella filiera che si occupano del riciclo dei prodotti edilizi.
In un possibile eco-sviluppo dell’edilizia e dell’evoluzione del settore, in un futuro prossimo si dovrà fare i conti con una new entry ma, anagraficamente, vecchia come il mondo che farà da padrona: ecco saltare alla ribalta il legno, che si farà strada nella bioedilizia o in filoni in forte avanzata creativa come quello dell’illuminazione.
La strada è tracciata perché il desiderio di migliorarsi senza inficiare il pianeta è grande: sarà uno sviluppo interessante che toccherà tutti i settori.
Perseguiamo le direttive e affacciamoci al green, i nostri figli ringrazieranno.
Silvia Dassie
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