E’ la malattia del nuovo millennio e sta colpendo milioni di piante in Italia e in tutto il mondo. Oltre 100 specie negli ultimi anni sono state attaccate da questo batterio killer, denominato Xylella fastidiosa, che provoca gravi malattie di diverso genere a seconda del tipo di pianta.
Una strage silenziosa
In Italia la strage che sta facendo più male è sicuramente quella degli olivi secolari presenti su tutta la penisola. Stando alle recenti analisi, negli scenari peggiori l’impatto economico che la Xylella provocherebbe con il suo incedere raggiungerebbe circa 17 miliardi di euro nei prossimi 50 anni per la produzione spagnola. Mentre in Italia la perdita potrebbe toccare i 5 miliardi di euro.
Per questo scende in campo la tecnologia. In soccorso di migliaia di agricoltori che stanno combattendo inutilmente o quasi questa battaglia contro un nemico invisibile, ma dagli effetti devastanti. E’ pronto ormai il progetto Redox, presentato dal Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) e finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico. Partner del Dta nel progetto sono il Cnr, l’Enav e Planetek, che avrà il compito di commercializzare i risultati. Questo, consisterà in droni e sensori termici per scovare la Xylella in tempi rapidi.
Il parere degli esperti
Il centro di riferimento sarà quello di Grottaglie in provincia di Taranto. “Siamo impegnati – spiega Giuseppe Acierno, presidente del Dta – a realizzare un sistema per la identificazione precoce dei nuovi focolai. Questo migliorerà l’efficacia delle azioni di contenimento e permetterà risparmi nel monitoraggio e nel campionamento delle piante infette”. “La diagnosi precoce – prosegue Acierno – è fondamentale per la eradicazione. La collaborazione tra il distretto, Enav e la sua controllata Dfligth, Cnr e Planetek ci permetterà di realizzare un sistema di identificazione precoce dei nuovi focolai. Il tutto con il conseguente miglioramento dell’efficacia delle azioni di contenimento”.
“Il progetto – spiega ancora – sviluppa tecnologie e procedure per l’acquisizione, trasmissione, archiviazione, elaborazione e condivisione di dati telerilevati che vengono acquisiti con sensori digitali montati su satellite, aereo, drone e piattaforme terrestri, per la identificazione delle piante di ulivo infettate da Xylella fastidiosa prima ancora dell’insorgere di sintomi visibili ad occhio nudo. L’uso di sensori iperspettrali e di camere termiche messi a disposizione dal Cnr, socio del Distretto aerospaziale, garantirà un monitoraggio continuo di aree estese. Anche decine di migliaia di chilometri quadrati, come una intera regione”.
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