Finalmente è tornato il calcio. Si sa, gli italiani sono uno dei paesi più “calciofili” d’Europa e ne abbiamo avuto un’altra dimostrazione in occasione della finale di Coppa Italia Coca-Cola, nel caso ce ne fosse stato bisogno. I dati parlano chiaro. Oltre 19 milioni di telespettatori davanti alla tv per la partita tra Juventus e Napoli. Praticamente un italiano su tre. Un successo di pubblico persino al di sopra di aspettative comunque altissime.
Inevitabile che il numero della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, gonfi il petto di fronte a quel risultato, che nel pieno della battaglia con Sky per la questione diritti tv, dà almeno un’idea dell’interesse che ancora si respira in Italia per il pallone. “Il dato sugli ascolti registrato su Rai 1 dalla Coppa Italia Coca-Cola conferma la bontà della scelta di tornare a giocare e la gran voglia di calcio degli italiani”, il suo pensiero. Poi aggiunge. “Oltre 19 milioni di spettatori unici e 10.2 di audience: dati che stabiliscono il record stagionale per le partite in chiaro e rappresentano un risultato straordinario che conferma il grande appeal mediatico del nostro sport”.
Numeri clamorosi
Il dato è curioso, anche perché non lontanissimo da partite che hanno scritto la storia dello sport di questo Paese, basti pensare che in occasione dell’ultimo Mondiale vinto dagli azzurri nel 2006, a seguire la finale con la Francia la rete ammiraglia della tv pubblica aveva registrato 23,5 milioni di spettatori. Non molti di più rispetto a questa Coppa, che si sovrappone per ascolti ad un’altra finale finita ai rigori all’Olimpico, quella della Champions League 1996 vinta dalla Juve, ma anche a quella del 2003, a Old Trafford, tra Milan e Juventus, che resta il match più seguito tra squadre di club con 20,2 milioni di ascolti.
La partita più vista di sempre resta, inavvicinabile, la finale del Mondiale del 1982, con 36,7 milioni di spettatori incollati davanti alla tv per vedere il 3-1 dell’Italia alla Germania, ma nell’era Auditel (1986) la partita più vista resta la semifinale di Italia 90 contro l’Argentina, con 27,2 milioni di telespettatori a sussultare.
La partita
Sicuramente il fatto che si trattasse di una finale ha influito in modo decisivo. In queste prime partite post pausa forzata si è visto un ritmo inevitabilmente basso, ma comunque un buon livello di gioco considerando la lunga inattività. Il match tra bianconeri e partenopei mettava in palio il primo trofeo dell’anno e per entrambe aveva un valore speciale. Per Sarri, allenatore della Juve, sarebbe stato il primo trofeo sulla nuova panchina, così come per Gattuso che da allenatore non aveva ancora vinto nulla.
Dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari, figlio di una partita chiusa con poche occasioni (le più clamorose per gli azzurri) e qualche errore di troppo, la Coppa Italia 2019/2020 è stata decisa ai calci di rigore, vista la decisione di eliminare i supplementari. A trionfare è stato proprio il Napoli, che ha alzato per la sesta volta nella sua storia questo trofeo. Una vittoria che in parte riscatta una delle stagione più difficili e tribolate degli ultimi anni della Napoli calcistica, che ha entusiasmato tutta la città come si può evincere dalle immagini dei caroselli di mercoledì notte. Festeggiamenti che tra l’altro hanno portato a forti critiche, anche dell’OMS. Ma l’Italia è questa: un paese innamorato del calcio, nel bene e nel male.
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