L’autoabbronzante per recuperare il sole
Ormai ci siamo. Finito giugno, siamo finalmente nel pieno della stagione estiva. Il periodo però non permette di godere a pieno delle vacanze o dei weekend fuori porta. È solo da poche settimane che abbiamo avuto il via libera per tornare a fare una vita normale, ma nemmeno nella sua completezza viste le norme sanitarie ancora in vigore. Andare al mare sarà possibile, ma nulla sarà come al solito e anzi, tanti italiani già hanno deciso che non partiranno quest’anno. Chi invece non ha desistito sta cercando di recuperare il tempo perso. La sedia a sdraio sulla terrazza, i primi weekend al mare, la corsa al parco. Da una parte la nostra pelle ringrazia per essere stata meno esposta ai raggi UVA/UVB, dall’altra si ritrova a giugno bianca come una mozzarella. Ma ci sono delle soluzioni, smart e fast.
Gli autoabbronzanti
Ricorrere all’autoabbronzante, in questi casi, può essere una buona mossa per conquistarsi, in meno di una settimana, un bel colorito su viso e corpo. Quelli di ultima generazione hanno texture fluide, che si stendono e si assorbono facilmente e lasciano la pelle profumata di vacanza. L’importante è saperlo applicare nella maniera corretta e non esagerare con le dosi. «L’autoabbronzante genera una colorazione artificiale per effetto degli attivi a contatto con aria e luce. L’intensificatore invece stimola attraverso l’utilizzo di alcuni ingredienti una maggiore e migliore produzione di melanina sotto gli effetti dello stimolo delle radiazioni solari», spiega Angela Noviello, direttore della divisione di estetica funzionale di Milano Estetica cosmetic surgery & medical SPA.
Poi la Noviello aggiunge. «Per un’applicazione e un risultato ottimali, qualche giorno prima dell’applicazione del cosmetico, la pelle dovrebbe essere esfoliata e depilata. Se l’area di applicazione fosse il viso si raccomanda di legare i capelli e stendere un velo di crema o vasellina all’attaccatura dei capelli e sulle sopracciglia, per evitare inutili depositi che potrebbero macchiare inevitabilmente la cute. È fondamentale l’idratazione prima e dopo per garantire un migliore effetto e una maggior durata».
Come sceglierlo e come usarlo al meglio
La direttrice continua con i consigli, suggerendo le varietà di abbronzante migliori. «Nell’Inci dell’autoabbronzante dobbiamo ricercare il DHA (Dihydrossido-Acetone) che è un ingrediente attivo incolore, uno zucchero, che legandosi alle proteine dello strato corneo, le cheratina, presenti sullo strato superficiale della pelle, interagisce trasformandosi in colore marrone. L’Eritrulosio che reagisce con gli amino gruppi della cheratina presenti sullo strato corneo e contribuisce a conferire un colorito più naturale e duraturo, in quanto ha tempi di reazione più lunghi del DHA (almeno 2 giorni) e ciò favorisce una ripartizione omogenea dell’abbronzatura, come omogenea è la successiva eliminazione dovuta alla desquamazione. Inoltre vitamine e attivi che hanno un potere antiossidante e antiage, sostanze come l’aloe, che lascia la pelle fresca».
Infine, qualche indicazione pratica su come utilizzarlo perché il rendimento sia massimo e soprattutto non dannoso per la nostra pelle. «L’importante è che i preparati autoabbronzanti vengano applicati con cura ed uniformemente sulle zone da trattare. Il tutto partendo dai piedi e risalendo verso la testa, avendo cura di stenderli anche sulla schiena e di sfumarli accuratamente anche sulle orecchie, sul collo (davanti e dietro) e su manie piedi, per avere un risultato omogeneo, uniforme e luminoso. Rispetto alle prime formulazioni di qualche anno fa hanno, le texture oggi sono più fluide, si stendono facilmente e sono meglio assorbite dalla pelle, quindi non generano macchie e non si fessurano al tallone, alle ginocchia e ai gomiti, si asciugano velocemente e non macchiano i tessuti».
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