Da sempre il leone è considerato il re di tutti gli animali, simbolo di forza per eccellenza. Eppure, anche la sua è una delle specie più a rischio d’estinzione. Il leone asiatico abitava le aree dal Mediterraneo all’India, oggi – invece – il suo habitat si è ridotto solamente all’India. Attualmente, di questa sottospecie se ne contano solo più 350 esemplari e solamente due piccole popolazioni sono ancora in libertà. Non sono migliori i dati che si leggono relativi al leone africano. Se prima se ne contavano 100mila esemplari, le ultime stime invece ci dicono che il numero oscilla tra i 16.500 e 30mila.
Giornalmente, questi animali fanno fronte a minacce diverse. In primis l’agricoltura: l’espansione dei territori coltivati ha provocato una riduzione drastica degli habitat, relegando i leoni in territori non sufficientemente estesi per la loro sopravvivenza. In aggiunta, la riduzione delle loro aree ha effetti negativi anche sulle altre specie, prede dei leoni. La seconda grande minaccia è l’uomo: la caccia, il bracconaggio, il commercio illegale sfidano quotidianamente la vita dei felini che lottano contro tutti coloro che ancora vedono l’animale come un trofeo. La riduzione drastica del numero di esemplari in vita porta all’accoppiamento tra consanguinei, che altrettanto indebolisce la genetica degli animali e aumenta, di conseguenza, il rischio di diffusione di epidemie.
Il WWF difende i leoni
Il WWF interviene sul campo nella difesa di questi animali. In molti territori africani sono stati avviati progetti legati all’ecoturismo per gli abitanti delle regioni, al fine di favorire l’educazione ambientale e sensibilizzare verso la salvaguardia della specie. Inoltre, in collaborazione con l’Unione Internazionale per la Conservazione (IUCN), il WWF ha promosso il progetto internazionale TRAFFIC (Trade Record Analysis of Flora and Fauna in Commerce) che si occupa di controllare e far guerra al commercio illegale di specie. Biologi e ricercatori forniscono anche loro un valido supporto grazie ai programmi per il monitoraggio dei leoni con radio collari.
La coesione del branco: qualche curiosità
Il ruggito del leone è tra i suoni più famosi in natura, quando ruggisce lo si sente fino a 8 Km di distanza. È il secondo felino più grande al mondo dopo la tigre, con la quale condivide le similitudini fisiche. Sebbene la sua mole faccia pensare ad un animale piuttosto solitario, è in realtà estremamente socievole, i leoni vivono in branchi numerosi (fino a 30 esemplari), di cui fanno parte 3 maschi, 12 femmine ed i cuccioli che nascono durante l’anno. All’interno del branco esistono ruoli ben stabiliti, definiti dal sesso: i maschi sono responsabili dei cuccioli e difendono il territorio dagli intrusi. Le femmine, al contrario, sono cacciatrici esperte. Le aree occupate dai branchi sono estremamente vaste e possono raggiungere quasi i 30 km quadrati, distese che vengono presidiate e difese marcando il territorio e cacciando chi tenta di rubarne lo spazio. Il senso di comunità all’interno del branco è estremamente forte: dopo una buona caccia, ad esempio, tutti i membri condividono la preda, però sempre rispettando l’ordine gerarchico: maschi adulti, leonesse e cuccioli. La digestione della preda è molto lenta, può durare anche 5 giorni, durante i quali il leone non ha bisogno di bere. In conclusione, i leoni sono dei gran dormiglioni: passano dormendo dalle 16 alle 20 ore al giorno, di schiena in mezzo alla savana o al fresco su un comodo albero.
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