Gli ospedali e le strutture sanitarie sono cambiati nel tempo per rispondere alle diverse esigenze della comunità e all’evoluzione della tecnologia e della scienza.
Come insegna l’etimologia del nome “hospes” (ospite, dal latino), che suggerisce un’idea di accoglienza caritatevole propria delle prime strutture con questa funzione, gli spazi adibiti al servizio sanitario dovrebbero ospitare tutti i bisognosi in edifici sufficientemente equipaggiati e larghi da evitare il contagio.
In Italia, l’edilizia e l’urbanistica sono oggi regolate da diverse leggi e norme, spesso tra loro correlate.
Nello specifico, un edificio ospedaliero deve, prima di tutto, rispettare quanto prescritto in materia di antincendio, per la quale c’è anche una regola apposita per le strutture pubbliche e private (DM 18/09/2002).
Come per altre costruzioni, poi, si deve seguire quanto deciso per l’eliminazione delle barriere architettoniche ed i requisiti igienico sanitari, contenuti nel DM 5 luglio 1975, nel DCG 20 luglio 1939 “Istruzioni per le costruzioni ospedaliere”, nel DL n. 396/1993 “Disposizioni in materia di edilizia sanitaria” e nel DPR 14 gennaio 1997 “Requisiti strutturarli, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie”.
Innanzitutto, è necessario verificare che il progetto soddisfi tutti i criteri urbanistici definiti dal piano regolatore di riferimento, con rispetto di parametri come la densità edilizia, le altezze degli edifici, la distanza tra fabbricati e le destinazioni d’uso.
Ogni progetto, inoltre, dovrà prendere in considerazione aspetti come il risparmio energetico e la sicurezza sismica, per i quali si sono fissati precisi obiettivi per le nuove costruzioni.
Si sceglieranno di conseguenza la struttura e la tecnologia più idonee alla sua realizzazione, anche in relazione alle caratteristiche climatiche locali, all’orientamento dell’edificio e alla morfologia dell’area.
I materiali devono essere anche resistenti all’usura, facilmente pulibili e igienizzabili e non devono richiedere una costante manutenzione; in più, la temperatura e l’umidità devono essere sempre controllate e regolabili con appositi impianti.
Nelle strutture sanitarie, rivestono un ruolo fondamentale le apparecchiature per la climatizzazione, per la ventilazione, per l’illuminazione, per la produzione di acqua calda sanitaria, ma anche per lo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi e per il funzionamento continuo di molti apparecchi e dispositivi medicali elettrici e per la gestione delle emergenze.
In un ospedale, si deve prestare particolare attenzione al tema del comfort ambientale, progettando in modo preciso l’illuminazione e l’acustica e definendo colori e materiali a seconda delle aree e delle funzioni.
La distribuzione degli spazi e delle loro finalità deve essere attentamente progettata, ragionando sugli spostamenti e sulla gestione dei flussi interni, considerando che in ospedale si trovano contemporaneamente figure sanitarie, come medici o infermieri, tecnici di vario tipo, degenti e visitatori.
Basti vedere come la recente emergenza sanitaria ha messo in mostra la difficoltà delle strutture sanitarie attuali ad essere flessibili e a adattarsi alle esigenze temporanee, seppur critiche e importanti.
A livello economico, da sempre primo vero ostacolo all’efficienza delle strutture, lo specchio dell’adeguamento si riflette con l’istituzione di un vero e proprio Fondo governativo che gestisce gli interventi nel settore dell’edilizia sanitaria.
Il Fondo è nato negli anni Ottanta con la Legge 67/1988 ed è stato via via rifinanziato, raggiungendo la dotazione di 32 miliardi di euro, che la Legge di Bilancio per il 2022 ha incrementato di ulteriori 2 miliardi di euro dal DM 20 luglio 2022 da ripartire tra le Regioni; comprende la realizzazione di un programma pluriennale di interventi di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e la realizzazione di residenze sanitarie assistenziali per anziani e soggetti non autosufficienti.
I programmi di investimento delle Regioni, da realizzare grazie alle nuove assegnazioni, dovranno tenere conto delle seguenti linee di intervento:
– adeguamento alla normativa di prevenzione incendi;
– adeguamento sismico;
– ammodernamento tecnologico.
Da ogni faccia si guardi il dado, la conclusione è la stessa: le strutture sanitarie rappresentano una priorità e la loro efficienza sono una base per il loro buon funzionamento.
Prendersene cura regala una doppia tranquillità: una implicitamente verso una sanità che funziona e l’altra che include la sicurezza di ricevere cure adeguate in strutture appropriate.
Silvia Dassie
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