Venerdì 10 maggio si è tenuto l’incontro “Autonomia e regionalismo differenziato: i dati dell’Osservatorio delle CNA Lombardia, Emilia Romagna e Veneto presentati con Carlo Cottarelli”, un evento che ha messo a confronto le tre Regioni italiane e le Regioni d’eccellenza d’Europa, come i Länder tedeschi e le Comunità autonome spagnole.
I dati finali dell’Osservatorio Economia e Territorio e di CNA Lombardia, CNA Emilia Romagna e CNA Veneto dimostrano infatti che le tre Regioni d’eccellenza italiane, tutte Regioni a statuto ordinario, sono tra le prime in Europa per valore delle esportazioni, ma tra le ultime per investimenti destinati allo sviluppo economico. A farne le spese, tra le voci più importanti, ci sono gli investimenti destinati alle aziende e quelli destinati alla ricerca scientifica.
“Dalla ricerca che CNA Lombardia ha condotto insieme a CNA Emilia Romagna e CNA Veneto emerge una competizione sempre più serrata tra le Regioni europee” – ha affermato il Presidente di CNA Lombardia, Daniele Parolo. “Il budget del Baden – Württemberg, il ‘minore’ dei Länder da noi presi in considerazione, è pari al doppio del bilancio della Lombardia (la ‘maggiore’ delle tre Regioni italiane esaminate). Sia in termini percentuali sia in termini di valori assoluti, il livello di disponibilità nel budget regionale per le spese di investimento vede un netto vantaggio per i Länder e per le Comunità autonome rispetto alle 3 Regioni italiane. Mentre la Lombardia ha il 5% del budget finalizzato agli investimenti (1, 18 miliardi di euro), la Baviera può mettere in campo per investimenti e sviluppo il 10,6% (più di 6 miliardi di euro) del proprio bilancio. In sintesi, la Lombardia può spendere per gli investimenti 119 euro per abitante, i Paesi Baschi 529 euro, la Baviera 466 euro. L’autonomia che vogliamo è uno strumento per disporre di maggiori risorse per lo sviluppo e per la crescita, nel quadro di una salda unità nazionale. Solo così” – conclude Parolo – “potremo restare agganciati alle dinamiche della competizione globale e supportare l’intera Penisola nel suo percorso di rilancio”.
Durante l’incontro è emerso un altro dato tanto semplice quanto importante: le regioni con un reddito pro capite più alto pagano più tasse di quelle con un reddito più basso, a fronte di una ripartizione della spesa pressoché equilibrata, e questo genera un apparente squilibrio tra le regioni del nord e quelle del sud Italia. Di questo argomento in particolare si è discusso con il Professor Carlo Cottarelli.
“Nel contesto di difficoltà in cui si trova oggi l’Italia, diventa più pesante essere generosi” ha dichiarano il Prof. Cottarelli durante il suo intervento. “I trasferimenti di fondi dalle regioni del nord a quelle del sud sono dovuti al fatto che l’Italia è un paese unitario a tassazione progressiva, mentre la spesa è regolata in maniera più o meno uguale in tutto il territorio. Vista la crisi dell’economia italiana, le regioni “donatrici” vorrebbero riequilibrare il peso della solidarietà nazionale. In questo contesto di tensione, si aggiunge un dato estremamente significativo: tutti gli indicatori di efficienza ci dicono che i soldi trasferiti nelle regioni del sud sono spesi male. L’esempio più ovvio sono le opere pubbliche incompiute a livello regionale: nelle regioni del nord, il numero medio è di 16 opere incompiute, nel sud è di 66. L’impressione delle regioni del nord è dunque quella che i soldi trasferiti al sud rappresentino una spesa che non è nemmeno produttiva, ma meramente assistenzialistica.”
Secondo la teoria economica sul decentramento e il regionalismo fiscale, decentrando le spese, la Pubblica Amministrazione è più vicina alle esigenze dei cittadini e può adattarsi meglio alle esigenze locali, e, decentrando la tassazione e facendo pesare la spesa locale a livello locale, i cittadini staranno più attenti che la spesa sia fatta bene dal punto di vista dell’efficienza.
“La mia personale opinione è che sarebbe meglio muoversi verso un maggiore decentramento rispetto alla situazione attuale proprio in virtù di questo elemento di efficienza” conclude Cottarelli. “Le regioni del sud ne sarebbero beneficiate, perché un legame più stretto tra le spese e le tasse locali le obbligherebbe a diventare più efficienti.”
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