Coronavirus e crisi immobiliare vanno di pari passo. Questo settore, che nell’ultimo periodo si stava lentamente riprendendo, rischia un ritorno alla crisi proprio a causa di questa epidemia. Secondo una stima di Nomisma si rischia una perdita tra 9,2 e 22,1 miliardi di euro di fatturato nel residenziale e tra 2,6 e 5,8 miliardi di capitali investiti nel corporate. In questa situazione il settore immobiliare deve cercare di reinventarsi, ecco una serie di soluzioni che sono state pensate e sviluppate.
Realisti.co
La startup Realisti.co ha tentato di agevolare le visite agli immobili lanciando Plan360 che, sfruttando la realtà virtuale, permette agli operatori del settore immobiliare di creare autonomamente delle visite virtuali da remoto. Come spiega Edoardo Ribichesu, co-fondatore di Realisti.co, “l’agenzia chiede al proprietario di casa fotografie accurate degli ambienti e ce le invia, insieme alla piantina. In tre giorni siamo in grado di permettere una visita virtuale”. E continua “Abbiamo avuto una crescita mai vista, la nostra base clienti è aumentata del 25% solo a marzo. Si è abbassato il numero di coloro che mettono in vendita le case, ma una volta che il virtual tour viene pubblicato, abbiamo la possibilità di monitorare quanti utenti lo guardano: in trend è in risalita dalla secondametà di marzo, e ad aprile proseguiva la crescita”.
AnotheReality
Come sostiene Lorenzo Cappannari, amministratore delegato della società AnotherReality che sviluppa soluzioni in realtà virtuale, bisogna iniziare a parlare di virtualreal estate agency, dove la realtà virtuale gioca un ruolo fondamentale: “con la realtà virtuale siamo in grado di portare gli ambienti in un 3D dinamico, dove si può camminare nelle stanze e focalizzarsi su particolari e dettagli a piacere”. Il tutto viene reso possibile da uno scanner che viene portato all’interno della casa e registra i volumi e le profondità dell’ambiente.
Tempocasa
Un altro punto fondamentale e centrale per il settore immobiliare è quello della vendita. In questo senso ha lavorato il gruppo Tempocasa trovando una soluzione innovativa che permette di vendere un immobile in tutta sicurezza. Come spiega Valerio Vacca, direttore comunicazione di Tempocasa, “lavoriamo con il sistema digitale Otp, che permette di firmare proposta, accettazione e preliminare, ossia tutta la documentazione necessaria all’intermediazione immobiliare a distanza. Sul fronte della valutazione dell’immobile, offriamo invece una consulenza su misura, non applicando parametri generici. Chiediamo dati e foto per perizie accurate. Fino a febbraio, nel weekend un affiliato organizzava circa 50 visite. Un domani da 50 scenderanno a 10: la scrematura la farà il virtual tour. La tecnologia ci accompagnerà ancora”.
Casavo
Casavo, una startup italiana, si è invece concentrata sull’acquisto di case a distanza permettendo, attraverso la propria piattaforma, di concludere le transizioni senza alcun contatto fisico. “Acquistiamo in 30 giorni e lo abbiamo fatto anche durante la fase 1, senza nessun incontro tra le parti, usando nuove tecnologie. I prezzi sonorimasti quasi uguali, con una contrazione del 3-4%”, dice Fausto Maglia, responsabile prodotto di Casavo.
EdilGo
Per quanto riguarda il settore dell’edilizia, anch’esso non immune alla crisi da coronavirus, la piattaforma italiana EdilGo (lanciata poco prima del lockdown) ha reso possibile e semplice la comunicazione tra imprese di costruzione e fornitori di materiali e servizi evitando contatti diretti tra le parti. La piattaforma mette a disposizione un dipartimento d’acquisto online per le piccole e medie imprese di costruzione. Semplificando così i processi di quotazione e di vendita dei materiali e permettendo l’incontro tra imprese verificate.
Come spiega Andrea Guatterini, cofondatore e amministratore delegato. “Siamo partiti dal computo tecnico, un documento complesso che riporta tutti i materiali e i servizi necessari al completamento di un progetto. Grazie alla nostra piattaforma, il costruttore, invece che inviarlo ai soliti 2-3 fornitori per categoria merceologica, lo carica nel software. Questo, grazie all’intelligenza artificiale e al machine learning riconosce il contenuto di questo documento e crea automaticamente delle richieste d’offerta. Queste richieste sono inviate ai fornitori registrati i quali, una volta preparata l’offerta, la inviano al costruttore che le potrà comparare e filtrare in base alle proprie esigenze – rating, distanza, certificazioni, fatturato – scegliendo quella più adatta”.
Giulia Bueloni
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