Dai rifugi plastic free al riciclo della neve, fino ai gatti con motore ad idrogeno. La guerra al cambiamento climatico passa anche dalle grandi vette, che subiscono gli effetti peggiori del global warming. La terza domenica di gennaio si è celebrata La Giornata Internazionale della Neve, sembra uno scherzo se si pensa che le montagne hanno quest’anno avuto in sorte un destino ben nefasto a causa della pandemia, con impianti chiusi e limiti agli spostamenti. Tuttavia, nonostante l’abbondante coltre stagionale, le nevicate sono un fenomeno sempre meno ricorrente a causa del climate change che porta inverni sempre più brevi e più miti.
La conservazione della neve
È uno dei primi effetti che porta con sé il cambiamento climatico, che – come affermano gli scienziati – si sente maggiormente sulle vette: ogni aumento di grado in pianura, sulle Alpi è doppio.
È un allarme che mette a rischio l’ecosistema montano, a cominciare proprio dalla neve. Secondo i ricercatori dell’Institute for Snow and Avalanche Research e del CRYOS Laboratory dell’École Polytechnique Fédérale diminuirà fino al 70% entro la fine del secolo, se non diminuiranno le emissioni. A Livigno, è già da diversi anni che si pratica il riciclo della neve – lo Snowfarm – la tecnica che consente di stoccare la neve e conservarla in estate sotto teli geotermici e strati di segatura per riusarla la prossima stagione. Un metodo ben collaudato che quest’anno senza impianti ha permesso alla località di aprire almeno l’anello di fondo già a partire dal 30 ottobre. Senza fermarsi a parlare del risparmio sul carburante e sull’energia che solitamente si spende per produrre e preparare la neve artificiale.
Sulle piste zero emissioni
A proposito di emissioni che inquinano, i giganti della neve sono tra i più pericolosi nel loro tracciato sulla neve. È in corso la sperimentazione di un modello che permetterà di rivoluzionare il settore in senso green nei prossimi anni. Si chiama Leitwolf h2Motion, realizzato dall’azienda Prinoth: sarà il primo battipista al mondo con un motore elettrico alimentato ad idrogeno. Ha fatto la sua comparsa in anteprima accanto alla Gran Risa, in Alta Badia, in occasione delle due gare di Coppa del Mondo di Sci. Tale innovazione ha sicuramente ancora bisogno di tempo, ma apre la via ad una gestione più sostenibile dei comprensori. Su questa strada, l’Alta Badia ha iniziato tempo fa ad investire impiegando mezzi più efficienti e a basso consumo come i motori ad emissione Euro 6 e Euro 6B.
Pulizia fin sotto i ghiacci
Tra neve e ghiaccio il passo è fin troppo breve a causa dello scioglimento. Proprio il ritiro dei ghiacciai, sempre più rapido, scopre ferite aperte come tonnellate di rifiuti abbandonati. Tuttavia, fortunatamente, ci sono dei progetti virtuosi come Save the Glacier, che hanno permesso la pulizia e lo smaltimento di rottami e materiali ferrosi emersi dallo scioglimento del ghiacciaio del Gran Flambeau, sopra Courmayeur Mont Blanc. Un impegno ecologico che interessa anche il vicino impianto Skyway Monte Bianco. Il piano prevede entro il 2022 un aumento della raccolta differenziata e un calo dei consumi energetici del 15%, del 5% il consumo d’acqua e dell’8% le emissioni dirette del gas serra.
Lotta alla plastica ad alta quota
La plastica è arrivata anche sui ghiacciai, lo hanno dimostrato i ricercatori dell’università Statale di Milano e di Milano Bicocca rilevando un anno fa ben 75 particelle di materiali inquinanti (tra poliestere, poliammide, polietilene e polipropilene) ogni kg. La brutta scoperta, avvenuta nel Parco dello Stelvio, sul Ghiacciaio dei Forni, ha posto ulteriormente l’attenzione sulla minaccia sempre più invadente della plastica. È un problema che non risparmia nemmeno l’ecosistema montano, ma che anzi si sente ancora di più proprio a causa delle difficoltà logistiche della raccolta e smaltimento in quota. Non è un caso che da questo allarme sia partito il desiderio di liberarsi dall’usa e getta. Il primo comprensorio a convertirsi al platic free è stato Pejo3000, una piccola area della Val di Sole. Grazie a questa iniziativa, dall’inverno scorso sono state eliminate le plastiche monouso dai rifugi del comprensorio e da quest’anno è stato anche installato un eco-compattatore dove gettare le bottigliette di plastica prima di salire in quota. Per sensibilizzare i turisti, inoltre, sono stati ideati dei cartelli colorati e creativi che invitano alla rinuncia della plastica. Inoltre, Val di Sole e il Consorzio Pontedilegno-Tonale hanno siglato un accordo ambizioso per rendere i propri rifugi sempre più green. Il percorso prevede l’uso progressivo di fonti rinnovabili e l’abbandono di plastiche usa e getta, oltre alla valorizzazione dei prodotti a km zero. Altrettanto impegnate nella lotta alla plastica sono le baite della Plose, sopra Bressanone, dove le bottigliette in PET sono state eliminate in favore delle borracce. Del resto, qui l’acqua è un vero bene, abbondante, che sgorga puro da fontane e rubinetti. Il buon esempio, infine, è comune anche alla Valle Stura, dove all’esterno di molti locali si trova il cartello: “Nel nostro locale non vendiamo bottigliette di plastica, ma una borraccia che potrai utilizzare per anni tutta tua!”. Una bottiglia venduta a prezzo simbolico e riempita gratis.
Costanza Falco
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