Sta diventando sempre più di attualità il tema dell’edilizia sostenibile. Si tratta di una tendenza a favore di costruzioni eco-friendly, con efficienza energetica portata al massimo del potenziale nel rispetto dell’ambiente. In quest’ottica nasce il progetto Enea: nel dettaglio, l’azienda si occuperà dell’analisi e della risoluzione dei problemi energetici degli edifici e per questo sono nati quattro nuovi hub. Prima l’analisi sull’efficienza energetica degli edifici. Poi, una volta effettuata la diagnosi e indicate le criticità, arrivano i progetti per adeguare gli immobili ai nuovi standard, privilegiando materiali sostenibili e naturali in alternativa a quelli di origine chimica. Il tutto attraverso un sistema “standardizzato” che applica le linee guida già definite. Sistema che, giusto per chiarire mette assieme una serie di azioni che vanno dalla misurazione della “trasmittanza” dei muri (il calore che viene disperso attraverso un metro quadro di superficie), allo studio del microclima, continuando con la luminosità, i consumi elettrici e i ponti termici e l’idrometria dei muri.
Il sistema replicabile
Una diagnosi appunto necessaria per procedere poi con lo studio degli interventi ma anche dei materiali da utilizzare. Partendo dalla stessa base di conoscenza architetti, ingegneri, imprese di costruzioni e tecnici comunali del posto, come chiarisce Monica Misceo del Dipartimento unità efficienza energetica «sono in grado non solo di effettuare diagnosi energetiche seguendo le normative dettate dall’Unione europea, ma anche di giungere più rapidamente alle soluzioni per migliorare l’efficienza energetica degli edifici». L’obiettivo, evidenzia la ricercatrice «è di dar vita a un approccio sinergico alla decarbonizzazione del settore edilizio, in linea con i principi comunitari». La metodologia dell’Enea, che sarà poi replicabile, fa parte del progetto Reehub (Regional Energy Efficiency HUB) nell’ambito del quale sono stati inaugurati quattro Centri di competenza a Brindisi (Puglia), Agnone (Molise), Tirana (Albania) e Podgorica (Montenegro) «a supporto della realizzazione di diagnosi energetiche degli immobili pubblici e la formazione informazione a tecnici, stakeholder e cittadini sulle tematiche dell’edilizia sostenibile».
Una tendenza da ampliare
Obiettivo del progetto, come argomenta Vincenza Luprano del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea «è offrire momenti formativi e informativi, ma anche supporti tecnologici a sostegno delle buone pratiche per la diagnostica e l’efficienza energetica». Qualche esempio? «Al Sud abbiamo problematiche diverse rispetto a quelle che si possono registrare al Nord – argomenta la ricercatrice -. Per questo motivo diventa fondamentale studiare, una parete per capire poi quali sono i materiali più idonei e ci teniamo che siano materiali naturali in sostituzione a quelli di origine petrolchimica”. La tendenza, rimarca, è «indirizzarsi verso l’economia circolare».
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