di Lapo Fanfani –
Anicav, Assitol e AIBI-Assotol insieme al Cibus 2018 per promuovere il superfood tricolore, pane olio e pomodoro. ANICAV, (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) la più grande associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione di pomodoro in italia, assieme ad ASSITOL, l’associazione italiana dell’industria olearia, e AIBI-ASSITOL, che rappresenta i semilavorati della panificazione hanno promosso un incontro mirato non solo a mostrare una combinazione capace esaltare i propri prodotti nel sapore, dal punto di vista economico e addirittura nelle proprietà benefiche di questo superfood tutto italiano, già da tempo attestate dalle ricerche scientifiche.
“Il pomodoro è da sempre un protagonista della cucina italiana. Accompagnato con l’olio esalta il sapore dei piatti, anche più semplici come la bruschetta, valorizzandone le proprietà salutistiche”, ha dichiarato Antonio Ferraioli, Presidente di Anicav.
Durante l’incontro è stato ribadito come questi alimenti non solo rappresentano un insieme storico di alimenti, tutti alla base della nostra cultura culinaria, ma anche un abbinamento nutrizionale di grande valore per la salute. La ricerca ha dimostrato da tempo che i tre alimenti rafforzano l’uno le proprietà benefiche dell’altro, trasformando questa semplice pietanza tradizionale in un vero e proprio “superfood”, totalmente a base vegetale, adatto a tutti i gusti e a tutte le età. Lo ha spiegato durante l’incontro Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di ASSITOL ed esperta di chimica e analisi sensoriale: “E’ grazie all’olio extravergine che i micro-nutrienti del pomodoro sono assorbiti dal nostro organismo. In particolare, il licopene, sostanza antiossidante le cui virtù anti-tumorali sono oggetto di molti studi, è liposolubile, quindi è assimilato soltanto se addizionato ad un grasso come l’extravergine”.
La ricetta della salute si rivela ottima anche per il nostro Pil. L’industria del pomodoro si conferma, anche nel 2017, uno dei punti di forza dell’agroalimentare italiano. Il fatturato complessivo del 2017 ha raggiunto i 3,1 miliardi, di cui oltre il 75% prodotto dalle aziende associate ad ANICAV. Le esportazioni hanno generato 1,5 miliardi di euro.
“Negli ultimi dieci anni l’export dei derivati del pomodoro continua a registrare trend positivi. In particolare, crescono le quote di mercato dei nostri prodotti tradizionali, pelati, polpe e passata, che rappresentano oltre l’80% del volume delle esportazioni, a testimonianza che, anche in periodi di crisi, i consumatori scelgono la qualità”, ha osservato il Presidente di ANICAV Antonio Ferraioli. Positivo il saldo della bilancia commerciale, con un export di circa 2 milioni di tonnellate a fronte di un import di circa 170 mila tonnellate, per un valore delle esportazioni pari a 1,5 miliardi di euro contro un valore import di circa 113 milioni di euro.
Buone notizie anche sul fronte dell’industria olearia e dei semilavorati della panificazione. In Italia il consumo interno di olio d’oliva si attesta in media sulle 600mila tonnellate l’anno, mentre le vendite all’estero richiedono 400mila tonnellate di olio. Il fatturato diretto del settore ammonta a 2,5 miliardi di euro, mentre l’indotto ne genera 700 milioni. Tutto questo a vantaggio della bilancia commerciale italiana, che ricava dal comparto qualcosa come 114 milioni di euro. Gli occupati, diretti e indiretti, si attestano sulle 12mila unità.
I semilavorati della panificazione, rappresentati da AIBI-ASSITOL, contribuiscono ad un mercato, quello del pane, che in Italia muove in media 1.700mila tonnellate di prodotto. Nel nostro Paese la quasi totalità dei consumatori compra il pane fresco artigianale tutti i giorni. In media, ogni italiano ne mangia 85-90 grammi al giorno e ogni mattina l’85% della popolazione esce a comprare pane fresco.
“Si parla molto spesso di Dieta mediterranea – ha affermato il presidente Cane – ma, troppo spesso, dimentichiamo il valore degli alimenti che la rendono così speciale. Riscoprire pane olio e pomodoro significa riconoscere la loro importanza non soltanto nel piatto, ma anche nella nostra economia. Purtroppo, diamo per scontati tre ‘tesori’ nutrizionali che il mondo ci invidia e che, lontano dai riflettori, hanno il grande merito di garantire fatturato ed occupati”.
La ricerca del consumatore di sapori più tradizionali, sia per moda del momento che nostalgia di sapori patriottici, apre possibilità di sviluppo che non aspettano che essere esplorate, con una base solida nelle aziende italiane già pronte a rispondere alla necessità di prodotto ma anche con l’esperienza e le tecniche moderne per servire piatti con l’anima desiderata dal target e una qualità ben superiore a quella che poteva essere raggiunta nelle ricette tradizionali.
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