Salumi, formaggi e vini…come l’oro. Chiaramente si tratta di un’esagerazione, ma a livello concettuale è tutto vero. Nel nuovo decreto “Cura Italia”, pubblicato il 23 luglio 2020 in Gazzetta Ufficiale, è infatti presente una misura che prevede il via libera al “pegno rotativo” su prodotti agricoli e alimentari a denominazione d’origine protetta o a indicazione geografica protetta (Dop/Igp), inclusi i prodotti vitivinicoli e le bevande spiritose. Che l’enogastronomia fosse un valore inestimabile per l’Italia era già risaputo. Ma la crisi aperta dalla pandemia ha fatto balzare ancora più in alto le aspettative di chi guarda alla filiera dell’agroalimentare con fiducia. Del resto il giro d’affari del settore muove 538 miliardi di euro, come confermato da Coldiretti in occasione del Cibus Forum.
Il report Coldiretti
Questo non significa che il comparto non abbia risentito della crisi. Piuttosto, rispetto ad altri baluardi del made in Italy come la moda, il design, l’industria automobilistica, la filiera del cibo – dalla produzione in campo alla distribuzione capillare sul territorio – ha saputo contenere i danni. Oggi, la filiera dell’agroalimentare vale il 25% del Pil, conta 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Garantendo 3,8 milioni di posti di lavoro. Anche gli ultimi dati sull’export, relativi al 2019, fanno sperare che la crescita record degli ultimi anni non risenta troppo dei mesi difficili che stiamo vivendo: l’anno scorso le esportazioni agroalimentari hanno toccato i 44,6 miliardi di euro, soprattutto in direzione dei Paesi dell’Unione Europea (Germania in testa). Ma proprio l’emergenza globale, sottolinea il presidente Coldiretti Ettore Prandini, “ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza”, evidenziando l’importanza di un patrimonio che l’Italia deve proteggere per puntare alla leadership di settore. A questo proposito, alla fine di luglio il Mipaaf ha pubblicato l’elenco aggiornato dei prodotti a marchio Dop/Igp/Stg: 305 specialità, di cui oltre la metà sono riconosciute con la Denominazione di Origine protetta (tra gli ultimi ingressi il Cappero delle Isole Eolie).
Le parole della Coldiretti
I prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine sono “un tesoro diffuso lungo tutta la Penisola particolarmente apprezzato a livello internazionale che fa gola anche alle banche interessate ad investire nella qualità e nel valore del Made in Italy.” Il pegno rotativo, precisa l’associazione, è infatti esteso dalla legge a tutti i prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine per supportare le attività aziendali necessari alla ripresa in una situazione in cui l’emergenza Covid ha tagliato il 10% dei consumi alimentari degli italiani nel 2020.” Le specialità alimentari possono essere date in pegno, a decorrere dal giorno in cui sono collocate nei locali di produzione e/o stagionatura e/o immagazzinamento in cambio di prestiti che vengono incassati mantenendo la proprietà del prodotto, che può essere sostituito senza ulteriori stipulazioni. “Una forma di finanziamento innovativa particolarmente adatta – precisa la Coldiretti – per alimenti che chiedono tempo per completare il ciclo produttivo come ad esempio l’invecchiamento dei vini, la stagionatura dei formaggi o l’affinamento dei salumi. Si tratta di specialità Made in Italy di alta gamma particolarmente colpiti dal crollo del canale della ristorazione che non viene compensato in Italia dal leggero aumento della spesa domestica che trovano nella ristorazione un importante mercato di sbocco”.
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