Portare in alto carichi e persone, è spesso una delle prerogative del cantiere: fare manutenzione o costruire in altezza richiede la movimentazione da terra nel più breve tempo possibile.
Raggiungere la quota ed invertire la gravità è complicato ed è per questo che, con progetti alla mano e a conti fatti, le soluzioni ideali sono montacarichi ed elevatori e tutte le loro declinazioni.
Queste prerogative, che prendono il nome di ponteggio elettrico, si dimostrano essere vincenti sotto molti aspetti: permettono di arrivare in alto velocemente e sono di rapida installazione. Di conseguenza, riducendo notevolmente i tempi, i costi si abbattono portando dei punti notevolmente a favore nel cantiere.
Dal punto di vista economico, sono un’ottima scelta anche per i fabbricati: con gli incentivi governativi come Bonus 110% e Bonus Facciate, la carta dell’elettrico è una alternativa positiva per le opere di manutenzione. Basti pensare che, per esempio, per una facciata di 1000 mq, per il montaggio e lo smontaggio, rispetto ai normali ponteggi fissi, si risparmiano 7 giorni di lavoro e per il trasporto un camion e mezzo: tradotti in denaro, più di 6000 euro.
Altro aspetto positivo è che permette di spostare notevoli carichi pesanti con poco sforzo da parte dell’operatore: difatti la struttura è, solitamente, composta da colonne modulari che fanno salire e scendere un gruppo moto-riduttore auto-frenante con un meccanismo di accoppiamento pignone-cremagliera. Il risultato è la creazione di una piattaforma esterna ancorata all’opera che riesce a caricare fino a 4000 kg.
Di sicuro, è vincente anche la modularità: le colonne, componibili, arrivano a qualsiasi altezza. Sul parapetto della navicella di spostamento, viene installato un quadro elettrico di comando che l’operatore può usare per dirigere il movimento ascensionale. La doppia verifica di chiusura dell’abitacolo garantisce in modo doppiamente verificato l’integrità dell’operatore. Esempio di “opera d’arte” di questo utilizzo nei cantieri, è l’elicoidale di accesso al ponte Morandi a Genova, ossia la rampa di raccordo tra le autostrade A7 e A10, ideato con calcoli specifici e dopo incalcolabili sopralluoghi.
Un team preparato e formato, mettendosi in discussione alla luce delle criticità emerse, ha creato un ponteggio elettrico unico particolarmente calzante e volto ad agevolare il lavoro delle ditte incaricate alla ricostruzione: doveva essere qualcosa di meramente pratico e montabile il più velocemente possibile.
Sui muri laterali di contenimento, infatti, è stato ideato una particolare soluzione elettrica con pendenza vicina al 40 %, decisamente singolare: esteticamente quasi un gioco prospettico, praticamente un plauso all’abilità della ditta che ha realizzato un’opera mai vista prima. Altra soluzione di ponteggio elettrico semplificante ed al limite delle leggi della fisica, lo troviamo al viadotto Salinello, il più alto d’Abruzzo con i suoi 130 metri. Vicinanza al mare e studio del territorio hanno caratterizzato un’installazione elettrica bi-colonna che in 6 minuti scala tutti i 130 metri di altezza permettendo al personale di movimentare tranquillamente. Inutile negarlo e all’estero è già realtà consolidata in edilizia.
Con le chance che offre la prospettiva elettrica, ci troviamo di fronte una soluzione con una tripla garanzia: risparmio di tempi e trasporto, minor materiale e riduzione dei costi.
Semplificazione e sgravio dei carichi: nuove fondamenta sono state gettate per i cantieri del futuro.
Silvia Dassie
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