Quarantena ai Caraibi sullo yacht di lusso.
Che fine fanno gli yacht di lusso ai tempi del Coronavirus? Semplice. Si trasformano in luoghi perfetti per trascorrere una quarantena dorata in massima sicurezza e totale comfort. Anche perchè nessuna restrizione è in vigore su questo tipo di argomento, bisogna solamente attenersi alle normative del Paese ospitante.
A optare questa scelta un armatore americano che ha scelto di trascorrere i prossimi due mesi a bordo del suo yacht privato nel Mar dei Caraibi insieme alla propria famiglia e all’intero equipaggio. Un’opportunità resa possibile da Floating Life, società di charter e di management di megayacht fondata in Svizzera nel 2002 da Andrea Pezzini e Barbara Tambani, che mette a disposizione servizi di gestione tecnica e amministrativa a 360° in tutto il mondo nel settore nautico.

Andrea Pezzini, CEO Floating Life
Secondo Andrea Pezzini si tratta di un’evasione dalla realtà che noi tutti stiamo vivendo, resa possibile grazie alla meticolosità di preparazione della barca, una pianificazione dettagliata e a un constante monitoraggio coordinato dal suo headquarter in Svizzera delle operazioni di sicurezza di equipaggio e yacht assistito h24.
Come è stato possibile realizzare una quarantena ai Caraibi sullo yacht di lusso?
“Sono stati controllati dettagliatamente i macchinari di bordo, imbarcati pezzi di scorta e i materiali di consumo necessari. In più è stato effettuato rifornimento al 100% di gasolio e creato una cambusa di viveri secchi, surgelati e freschi tenendo presente il periodo previsto di permanenza in mare e il numero di persone a bordo”.
Dove si trova lo yacht in questo momento?
“È ai Caraibi. Lo yacht si trova ancorato in una baia protetta alle Isole Turks & Caicos ed è in attesa di potersi muovere perché le marine dei Caraibi sono tutte chiuse per quarantena. È vietato lo sbarco a terra in base alle normative locali emesse per la situazione sanitaria a terra. Quando potranno muoversi tenendo d’occhio il meteo e l’evolversi della pandemia, sceglieremo le destinazioni. È chiaro che prima di salpare è stata imposta una quarantena per evitare di incorrere in qualsiasi rischio”.
A bordo quali norme vigono?
“Se si parla di normative di igiene e prevenzione per il COVID-19, ci si deve attenere alle normative dello stato in cui si è, sia per la barca all’ancora sia per la barca in porto. Poi ci sono le nostre procedure aggiuntive da applicare a prescindere da quanto richiesto in loco, se le regole dovessero essere meno restrittive”.
Quali sono queste regole da seguire?
“Il personale di bordo a terra deve attenersi, alle disposizioni locali sulle protezioni personali. Poi tutto il materiale che arriva a bordo, valige, pacchi ecc… deve essere lavato con disinfettante a base alcolica; ciò che è impacchettato deve essere scartato e gli involucri esterni smaltiti, dopo la disinfettazione (una prassi che imponiamo sempre però per evitare rischi d’infestazione da larve a bordo). A bordo poi si vive come in tutte le “famiglie”. Tra equipaggio e cliente vi sono già distanze formali da attenersi. Il servizio con i guanti non è necessario, ma è contemplato dalle procedure di bordo su richiesta del cliente”.
Che cosa suggerisce a chi si sta pensando di imbarcarsi?
“Di salpare solo dopo essersi sottoposti una quarantena di 15 giorni volontaria con barca in porto e tutte le persone a bordo, armatori (o clienti) compresi. Le barche oltre i 24 metri, devono avere kit medico a bordo. Per tutti, oltre le normali dotazioni sanitarie obbligatorie, sono consigliati kit addizionali che possono essere predisposti in base al tipo di crociera-navigazione in programma. E poi consiglio di avere una forte e fidata organizzazione a terra che segua la barca h24. Per il resto valgono le normali norme di comportamento in mare, occhio al meteo e tranquillità a bordo”.
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