Da ieri, 3 giugno, è iniziata una nuova fase di gestione della pandemia. Piano piano si stanno allentando le misure di contenimento e di quarantena e infatti è adesso possibile spostarsi tra le regioni italiane (fatti salvi i provvedimenti di ogni singola regione). Un ritorno alla normalità graduale ma deciso, che alle porte dell’estate non può che darci la speranza di riuscire a fare delle vacanze “reali”, al netto del rispetto di distanze e norme igieniche. In Lombardia i dati migliorano di giorno in giorno, ma l’emergenza è ancora attuale e nella regione più colpita d’Italia non è il caso di abbassare la guardia. Che i lombardi vadano in vacanza però dovrebbe essere un interesse nazionale: non è solo il territorio con più abitanti (10 milioni), ma anche quello con una maggiore propensione a viaggiare durante i mesi estivi.
I dati del turismo lombardo
Il turismo lombardo vale per l’Italia 14 miliardi. Secondo il Touring Club, l’Emilia Romagna è la meta preferita, seguita poi dalla stessa Lombardia e dal Trentino Alto Adige. Seguono Toscana, Veneto e Liguria. Una fetta più piccola è rappresentata da Marche e Sardegna. Quest’anno il rischio concreto è che non ci sia la solita migrazione verso queste regioni e la crisi del turismo lombardo potrebbe peraltro sommarsi al fatto che in Italia quest’anno arriveranno molti meno stranieri dopo la difficile primavera segnata dal coronavirus. L’impatto sull’economia potrebbe essere devastante, soprattutto per stabilimenti balneari, affittuari e ristoranti.
Come ricordano i più recenti dati Istat, le prime cinque Regioni per residenti sono Lombardia (10 milioni di abitanti), Lazio (5,9 milioni), Campania (5,8 milioni), Sicilia (5) e Veneto (4,9): da sole rappresentano ben il 52% della popolazione italiana, composta da circa 60 milioni di persone. La numerosità degli abitanti, però, non è l’unico indicatore da considerare in questo caso. Sulla propensione al viaggio incidono anche altri fattori: economici, sociali e geografici.
Sempre l’Istat ci dice infatti che, se mediamente un italiano effettua per i motivi più diversi 1,2 viaggi all’anno, a livello territoriale ci sono differenze marcate, soprattutto tra Centro-Nord e Sud: nel Nord-Est si registra un dato di 1,8, al Centro di 1,5, al Nord Ovest di 1,3, mentre al Sud (0,6) e nelle isole (0,5) i dati sono molto più contenuti. Ne deriva che le prime cinque aree che anche quest’anno potrebbero trainare il settore sono la Lombardia (con 46,7 milioni di presenze durante le vacanze), Lazio (21,5 milioni), Veneto (20,4), Emilia-Romagna (19) e Campania (17,2). Questi territori da soli producono il 60% delle presenze domestiche.
La ripresa grazie al turismo di prossimità
Se consideriamo i dati della spesa turistica degli italiani in Italia – stimati in circa 65 miliardi di euro – i lombardi contribuirebbero per circa 14 miliardi, i laziali e i veneti per circa 6,5 miliardi ciascuno, gli emiliani-romagnoli per quasi 6 e i campani per poco più di 5 miliardi di euro. Da più parti in queste settimane ci si aspetta una ripresa del settore grazie al turismo di prossimità, spiegano gli esperti di Touring Club. Si tratta in realtà, guardando ai dati, di un fenomeno già ben consolidato in molte aree del Paese. Non assisteremo quindi a un cambiamento radicale nelle abitudini per una parte consistente di popolazione italiana; a mutare sarà il modo con cui ci si approccerà all’esperienza turistica (mascherina, distanziamento sociale, file, rilevazione temperatura corporea ecc).
Potrebbe però consolidarsi il turismo all’interno della propria regione. Delle prime cinque regioni citate, ben quattro potrebbero vedere come prima destinazione di viaggio lo stesso ambito regionale di residenza (fa eccezione la Lombardia che è secondo mercato per i lombardi). Ciò si spiega anche con il fatto che quasi tutte dispongono di un affaccio sul mare, elemento trainante del turismo domestico. Non è un caso quindi che sia proprio la Lombardia a fare eccezione e ad avere come primo mercato l’Emilia-Romagna.
La Lombardia “porta” in Emilia Romagna 9 milioni di presenze, il 19% del totale; nella stessa Lombardia 5,6 milioni, il 12%; in Trentino Alto Adige 4,7 milioni, il 10% circa; mentre in Toscana 4.5 milioni, il 9,6%; in Veneto 4,4 milioni , il 9,5%. Seguono le regioni prettamente marittime: Liguria, con 3,6 milioni di presenze lombarde (il 7,6%); Marche, con 1,9 milioni (il 4%); Sardegna, con 1,8 milioni di presenze (il 3,9%).
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