Moltissimi italiani da marzo si sono visti cancellare voli prenotati anche da mesi, costretti a rinunciare ai loro viaggi causa Covid-19. Già all’inizio della pandemia c’era stata grande confusione sulle modalità di rimborso ai passeggeri. Ora, la situazione sembra non essere migliorata. Nonostante il coronavirus sia più sotto controllo e alcune nazioni abbiano deciso di riaprire le frontiere, le compagnie aeree si riservano ancora la facoltà di cancellare o posticipare i voli a propria discrezione. Condizione che potrebbe andare bene a chi ha acquistato il biglietto, voglioso di vacanze ma pronto a imprevisti vista l’emergenza. Se non fosse che quasi tutte hanno optato per dei voucher come rimborso ai mancati passeggeri. Una soluzione per nulla gradita dai consumatori che stanno protestato animamente contro le varie compagnie.
Alcuni casi esplicativi
Biglietto easyJet Barcellona-Napoli acquistato a fine maggio per il 2 luglio. «Il 17 giugno – racconta Giorgia G. – mi hanno cancellato il volo per imprecisate “ragioni al di fuori del controllo della compagnia”. Easyjet mi ha offerto di spostare la data ma tutti i voli Barcellona-Napoli risultano esauriti fino al 16 luglio, una formula che la stessa compagnia utilizza per indicare che il volo non sarà probabilmente operativo a causa delle retrizioni di viaggio legate al Covid». Non solo. «Sul sito della compagnia anche il primo volo Napoli Barcellona è il 16 luglio. Questo vuol dire che il mio ritorno dell’8 luglio l’hanno già cancellato (figura “esaurito”) ma non hanno avuto ancora il buon gusto di comunicarmelo. Easyjet mi offre in alternativa un voucher per lo stesso importo del biglietto da utilizzare entro 12 mesi. Ma io intanto dovevo partire e mi sono dovuta comprare un nuovo biglietto A/R con Ryanair».
Quella di cui sopra non è la sola storia di questo tipo. «Il 3 giugno ho acquistato due biglietti Alitalia per la tratta Roma Valencia, con partenza il 6 luglio e ritorno l’8 – racconta Giovanni C. – Il 18 giugno mattina mi è arrivata una mail dall’Alitalia che mi avvisava che il volo di andata è stato cancellato a causa dell’emergenza coronavirus. Ma risulta impossibile riuscire a sentire qualcuno per avere chiarimenti in merito alle modalità di rimborso, cercando un altro vettore per l’andata. Il numero verde indicato nella mail è costantemente occupato o cade la linea. Inoltre non esiste più alcun riferimento online al volo di ritorno Alitalia Valencia-Fiumicino dell’8 luglio, quindi mi viene il dubbio che abbiano già deciso la cancellazione, ma che si riservino di comunicarcelo tra qualche giorno».
L’intervento dell’ENAC
Sono solo due esempi. Ma i casi sono molti. Tanto che il 18 giugno è intervenuta la stessa Enac (Ente nazionale aviazione civile), a fronte delle numerose segnalazioni relative a cancellazioni di voli, per richiamare le compagnie al rispetto del Regolamento europeo di tutela dei passeggeri. E per specificare che in caso di cancellazioni di voli per cause non riconducibili a Covid-19, il Regolamento comunitario n. 261 del 2004 prevede il rimborso del biglietto e non l’erogazione di un voucher.
Enac lo ha detto ricordando che dal 3 giugno scorso «sono state rimosse le restrizioni alla circolazione delle persone fisiche all’interno del territorio nazionale e nell’area europea, Schengen, Regno Unito e Irlanda del Nord», sicché «le cancellazioni operate da tale data non sembrano possano essere ricondotte, salvo casi specifici, a cause determinate dal Covid-19 ma a scelte imprenditoriali». Di qui la minaccia di «avvio di procedimenti sanzionatori nei confronti dei vettori in caso di accertata violazione del Regolamento comunitario di riferimento».
La situazione in Italia e la normativa europea
In Italia le compagnie non hanno rimborsato nei mesi scorsi i voli cancellati a causa del coronavirus, ma hanno concesso dei voucher utilizzabili per un anno per prendere altri biglietti. Un’opzione prevista dal decreto «Cura Italia» dello scorso marzo. Malgrado i regolamenti europei consentano sempre al passeggero di poter scegliere tra rimborso e voucher. La legge di conversione n. 27 del 24 aprile, ha specificato però che il ricorso al voucher al posto del rimborso è possibile solo quando la cancellazione del volo è dovuta «a provvedimenti adottati dalle autorità nazionali, internazionali o di Stati esteri, a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-19». L’apertura delle frontiere Ue dal 3 giugno rende poco plausibili cancellazioni legate direttamente o indirettamente al Covid. Di qui la nota dell’Enac in base alla quale per i voli cancellati dal 3 giugno in poi il passeggero può rifiutare il voucher e deve essere rimborsato.
Esposto dei sindacati
In difesa di questa particolare categoria di consumatori insoddisfatti sono intervenuti Codacons e UNC con delle dichiarazioni molto pesanti. «L’Enac ha ribadito che in caso di cancellazioni di voli per cause non riconducibili all’emergenza Covid-19 è previsto il rimborso del biglietto e non l’erogazione di un voucher – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Tuttavia alcune compagnie aeree starebbero vendendo biglietti agli utenti, per poi cancellare subito dopo i voli chiamando in causa problemi legati al Covid, in modo da riconoscere ai passeggeri unicamente il voucher come rimborso. Una prassi che garantirebbe liquidità ai vettori aerei danneggiando ingiustamente i consumatori». Per tale motivo il Codacons ha deciso di intervenire, presentando un esposto all’Antitrust per la possibile fattispecie di pratica commerciale scorretta, e alla Procura di Roma per l’eventuale ipotesi di truffa.
«Giustissimo l’appello dell’Enac: la normativa sui voucher non è più applicabile. È evidente, infatti, che tutta la legislazione d’urgenza introdotta dal Governo con il Cura Italia è venuta meno. Visto che ora è superata la fase del lockdown e dell’emergenza Covid, che fungevano da presupposto giuridico per la deroga alla normativa europea». Rincara la dose Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
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