Sophia Loren, che nel 1962 ha fatto la storia dei premi, divenendo con “La Ciociara” la prima donna al mondo a vincere per un film in lingua straniera, potrebbe nuovamente vincere l’Oscar. “La vita davanti a sé”, film diretto da Edoardo Ponti, online su Netflix dal 13 novembre, sarebbe un capolavoro. È un amore reciproco quello che intercorre tra l’attrice e la statuetta.
La vita davanti a sé: il film è un inno alla fratellanza e alla commozione
Sophia Loren ha il ruolo di una donna anziana, ebrea ed ex-prostituta e la pellicola tratta della sua amicizia con un bambino senegalese scontroso e irascibile. Certe ferite esistenziali risiedono negli occhi di chi le ha vissute e patite, e, quando uno sguardo riconosce la sofferenza, scatta un’intesa che è resistente a qualsiasi dilatazione del tempo e della storia. È quello che infatti succede tra Madame Rosa e il piccolo Momò, che si troveranno a vivere sotto lo stesso tetto. La storia è accompagnata dalla curiosità di vedere una diva del cinema convertirsi alla piattaforma Netfix, ma anche dalla gioia di tutti coloro che hanno amato il romanzo di Romain Gary al quale il film è ispirato.
L’incontro tra la Rosa e Momò, interpretato da Ibrahima Gueye, segna la scintilla tra due anime estremamente diverse sotto tanti punti di vista – età, cultura, razza e religione – che si ritroveranno ad essere tutt’altro che diversi. Rosa ha delle ferite aperte che porta con sé dal campo di prigionia di Auschwitz e Momò dall’Africa, entrambi si trovano a gestire un carattere forte che li porta a chiudersi e a guardare il mondo come un terreno ostile, dove la sola regola vigente sembra quella della sopraffazione. È da questa consapevolezza che nasce un’amicizia insolita “Credo che il messaggio più importante del film sia la tolleranza, il perdono e l’amore. Tutti abbiamo il diritto di essere amati, visti e ascoltati” ha spiegato Sophia Loren. Era da quasi dieci anni che la Loren non recitava. “Avevo bisogno di silenzio, di riposare il cervello e di stare con i miei figli, vederli crescere, visto che non ho potuto farlo quando erano piccoli. La vita davanti a sé è un libro che conosco molto bene e il personaggio mi ha intenerito moltissimo, facendomi ritornare ai tempi di quando ho iniziato a fare il cinema. È una storia che valeva la pena raccontare”.
E se qualcuno parla di un terzo Oscar…
“Il mio Oscar è stato lavorare in questo film. Al resto non ci voglio pensare” – dice la diva italiana per eccellenza – “La nostra salute è importante, ma lo è anche quella emotiva. Dispiace, ma uno che cosa può fare? Quando non ci credi più, succedono le cose più belle. Era una frase a cui era molto attaccata mia madre, che nella vita ha avuto esperienze non molto belle con mio padre. La diceva quando era giù di morale e vedeva tutto nero: mi è sempre rimasta impressa”.
Se l’attrice fosse nominata al miglior ruolo di protagonista, riuscirebbe a sorpassare l’imbattuto Henry Fonda.
Costanza Falco
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