Con l’arrivo della stagione estiva, ingenuamente, abbiamo pensato che fosse tutto finito. Purtroppo però, i primi freddi di settembre hanno riportato alla luce gli spettri del Covid-19: lockdown, isolamento, quarantena, vecchie e nuove privazioni sono tornate a bussare alla nostra porta.
In un articolo del New York Times, Talya Minsberg ha utilizzato la parola stanchezza, declinandola in molteplici sfumature: un logorio fisico, economico, ma soprattutto mentale. Complici l’ansia e la solitudine, incapaci di guardare al domani e di programmare anche le cose più semplici, ognuno di noi è stato spinto al limite. Altrettanto però si è potuto ragionare proprio su cosa sia il limite. Il ciglio di un burrone oltre il quale cadere? La risposta, come spesso accade, si trova dentro di noi e nelle scelte che facciamo. C’è chi ama trovare l’equilibrio nella propria precarietà e chi invece trasforma l’immobilismo dell’incertezza in uno slancio verso nuovi traguardi. Ci sono atleti professionisti, uomini e donne allenati ad essere perseveranti, a correre oltre l’ultima goccia di sudore. Alcuni di loro hanno compiuto imprese estreme e attualmente sono proprio loro a poter lanciare un messaggio di positività al mondo: siamo più forti di quanto pensiamo e in grado di adattarci in modi che non credevamo possibili.
Ecco alcune tecniche per sviluppare una mentalità vincente:
Dosare le energie
Vivere questo lungo periodo di pandemia è paragonabile a scalare una vetta: le insidie sono nascoste dietro ad ogni angolo e per la maggior parte del tragitto, la vetta resta coperta dalle nubi. Ne sa qualcosa Conrad Anker, alpinista di 57 anni, che, tra le altre cose, ha scalato il Monte Everest tre volte – una volta senza ossigeno supplementare – ed è sopravvissuto a un attacco di cuore mentre si arrampicava sull’Himalaya. Cosa ci consiglia? Di gestire le energie, mantenendo sempre una buona dose di riserva. “Quando usi ogni singolo briciolo di energia e calorie per arrivare in vetta, e non hai la forza per scendere, allora ti stai preparando per un incidente. Se esaurisci tutta la tua energia mentale in un giorno o in una settimana, potresti trovare più difficile adattarti quando le cose non tornano alla normalità così rapidamente come speri. C’è un ritmo nella vita quotidiana, proprio come c’è un ritmo nell’arrampicata. Concentrarsi sulle attività quotidiane ripagherà nel lungo periodo”.
Porsi mini-obiettivi
Ci sono problemi e situazioni difficili che, analizzate nel loro insieme, possono sembrarci una corsa senza fine, più lunga sicuramente di quanto le nostre gambe possano percorrere e di quanto il nostro fiato possa reggere. In questo caso ci viene in aiuto l’ultrarunner professionista Coree Woltering, il cui consiglio è quello di scomporre l’impresa in tanti piccoli mini-obiettivi che siano realistici, facilmente raggiungibili e che permettano di adattare le forze all’impresa da portare a termine. Il risultato è un miglioramento solo apparentemente impossibile, di cui quasi non ci si accorge. Anche grazie a questo metodo, il corridore dell’Illinois quest’estate ha corso più di 50 miglia al giorno per tre settimane di seguito in Wisconsin, stabilendo il nuovo record del tragitto. “Devi solo continuare a muoverti e continuare e avere fede che a un certo punto non sentirai più la fatica”.
Costruirsi dei punti fermi
Anche chi ama spingersi oltre il proprio limite ha un naturale bisogno di aggrapparsi a qualche certezza che lo sostenga nelle ore più dure. Sono proprio le piccole certezze a costituire la struttura di un’atleta. La britannica Dee Caffari è stata la prima donna a navigare in solitaria, intorno al mondo in entrambe le direzioni. Non sarebbe riuscita a compiere un’impresa tale, senza sosta, senza trovare qualcosa che la facesse sentire a proprio agio: un rituale, un gesto ripetuto che desse un senso concreto alle sue giornate: “Nella tua giornata hai bisogno di struttura, devi alzarti la mattina sapendo che farai succedere qualcosa. Quando ero in mare basavo le mie decisioni su un bollettino meteorologico che consultavo due volte al giorno. Guardarlo e sapere che sarebbe stato sempre la mia fonte di informazioni mi dava conforto”. Proprio durante questo anno di pandemia, l’atleta ha confermato di aver adottato lo stesso approccio, sostituendo le previsioni del tempo con attività all’aria aperta.
Concentrarsi su qualcosa di nuovo
Fortunatamente le opportunità sono sempre potenzialmente infinite. Quando un rimedio fallisce, cimentarsi in qualcosa di nuovo può farci vedere ciò che ci circonda con una prospettiva diversa. “L’attuale definizione di forza mentale è la capacità di ruotare e di essere agili e flessibili” ha detto Michael Gervais, psicologo specializzato in alte prestazioni. “Il passo successivo è sempre incerto, ma l’adattamento, l’adeguamento delle aspettative e la scoperta di nuovi obiettivi possono consentirti di continuare ad allenare il muscolo che è la forza mentale. Allenarlo sempre, fino a farlo diventare d’acciaio”.
Costanza Falco
Leave A Reply