La Caretta Caretta – la comune tartaruga marina – è una specie carnivora. Vive essenzialmente due fasi ecologiche nel corso della sua vita: all’inizio nuota alla superficie del mare aperto e, in un secondo momento, si sposta sul fondale per avere più quiete.
La tartaruga marina è diffusa tanto nelle acque degli Oceani Atlantico, Indiano e Pacifico quanto nel bacino del Mediterraneo e del Mar Nero. In particolar modo, nel mar Mediterraneo i siti di deposizione delle uova si trovano soprattutto nella zona orientale: in Grecia, Turchia, Cipro e Libia; mentre nella zona occidentale del Mediterraneo le nidificazioni sono da ritenersi un evento eccezionale. In Italia, se i nidi deposti annualmente sono solamente alcune decine di unità (contro le 7mila dell’intero mar Mediterraneo), i mari attorno alla penisola hanno una grande importanza per le popolazioni del bacino.
Gli uomini sono una seria minaccia per questa specie, in quanto sensibile a molte delle attività che gli uomini compiono, tra cui il disturbo turistico che arrecano nelle aree di riproduzione e la pesca. Si stima che ogni anno circa 150mila tartarughe marine finiscano per essere catturate negli attrezzi da pesca nel Mediterraneo e che – a causa della pesca accidentale – 40mila di queste muoiono.
Una specie a rischio di estinzione
L’attività riproduttiva delle tartarughe marine è generalmente concentrata in alcuni siti importanti, il che rende in teoria possibile proteggere questi siti, l’impatto della pesca sugli individui a mare costituisce un problema molto grave che rappresenta una sfida seria per chi si adopera per non far estinguere questa specie.
Le sette specie di tartaruga marina che abitano i nostri mari e oceani sono minacciate dall’operato dell’uomo: la cementificazione, il degrado delle coste e dei litorali scelti per la nidificazione e soprattutto l’impatto con i sistemi di pesca costituiscono le principali minacce per questa specie, basti pensare alle reti a strascico, agli ami e alle reti fisse, dalle quali un gran numero di tartarughe marine viene catturato in modo accidentale. La presenza di plastica nei mari, inoltre, ne soffoca moltissime: una tartaruga marina su due nel Mediterraneo ha ingerito plastica. Una ricerca decennale sulla Caretta ha portato alla luce che il 35% degli esemplari presi in esame ha inghiottito rifiuti di questo tipo. Alcuni esemplari della specie avevano ingerito fino a 150 frammenti. La presenza di rifiuti in plastica sulle spiagge può compromettere anche la posa delle uova: la sabbia in cui la mamma tartaruga nidifica, in presenza di frammenti di plastica, non riesce a mantenere la medesima umidità e modifica la temperatura, con ripercussioni sullo sviluppo delle uova e la schiusa. Circa 900 tartarughe ferite vengono soccorse e accolte annualmente nei Centri di Recupero WWF (Policoro, Molfetta, Lampedusa e Torre Guaceto) dove vengono curate e, una volta rimesse in sesto, liberate in mare.
San Valentino è alle porte, ecco un’idea originale!
Ancora nessuna idea per San Valentino? Quest’anno c’è la possibilità di fare un gesto d’amore vero e semplice, stupendo la persona amata: la campagna TartaLove permette di adottare o regalare l’adozione di una tartaruga marina. Un dono simbolico nonché originale, che racconta l’impegno di ognuno di noi per la difesa dell’ambiente e del pianeta. I fondi raccolti dalla campagna andranno a finanziare le spese dei centri di recupero e cura, le medicine necessarie, gli interventi veterinari e tutte le attività di perlustrazione e monitoraggio di spiagge e nidi.
Costanza Falco
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